La Comunita' scientifica NON
ESISTE !
La "comunità scientifica", intesa come unanimita' di teorie
e prove, non esiste.
Tale "comunità scientifica" (che a leggere dichiarazioni
ufficiali sarebbe schierata per gli obblighi vaccinali) non
esiste.
Parola di scienziato. Gli scienziati non sono unanimi, ci
sono quelli che lavorano nel paradigma dominante e quelli
che lo contestano. Talvolta, pochi si sono opposti al credo
convenzionale e poi hanno avuto ragione (da questo punto di
vista e' vero che la Scienza non e' democratica). E' sempre
stato cosi'.
Dire che il decreto Lorenzin (ora Legge n 119/17) è stato
approvato dalla "comunità scientifica" è un falso storico,
filosofico, etico, scientifico.
La "comunità scientifica" che approva o sostiene decisioni
di legge non esiste.
Esistono alcuni medici filogovernativi, esistono certamente
organizzazioni di medici e di pediatri che si sono schierate
secondo le linee ufficiali e hanno coniato il paradigma "i
vaccini sono efficaci e sicuri", esistono alcuni scienziati
che, esprimendo opinioni coerenti col volere governativo,
sono serviti ai politici per cercare di far passare loro
decisioni prese da tempo.
Eppure, anche se medici "ipervaccinatori" e a favore
dell'obbligo fossero la maggioranza (difficile dirlo visto
che il dissenso e' vietato e punito) cio' non costituirebbe
parere della "comunita' scientifica" a sostegno di decisioni
che una parte politica vorrebbe imporre. La Scienza ha certo
scoperto antigeni, anticorpi, decine di diversi linfociti e
via dicendo, fino ad una complessita' impensabile di
meccanismi genetici ed epigenetici. Questo si.
Ma non ha dimostrato che oggi ci sia una situazione
epidemiologica peggiore dell'anno scorso, ne' di 3, 5, 10,
20 anni fa, ne' ha dimostrato che aumentando forzatamente le
coperture dal 92 al 97 % si eradica il
morbillo, ne' che la
difterite e' sparita grazie al vaccino, ne' si conosce
la farmacocinetica dei prodotti iniettati, né il meccanismo
d'azione degli adiuvanti, né si e' certi che le reazioni
avverse siano solo quelle dichiarate visto che i
sistemi di sorveglianza sono inefficienti.
Non ci sono prove scientifiche ma solo ipotesi (che si
confrontano con altre ipotesi) delle cose che ci vogliono
propinare.
Le soglie del cosiddetto
effetto gregge sono spesso aleatorie, dovrebbero essere
aggiornate per la situazione italiana e per alcuni vaccini
neppure si conoscono.
La Scienza dell'igiene ha portato e porta benefici immensi
indipendentemente dai vaccini. La Scienza dell'epidemiologia
dimostra che i problemi di salute degli Italiani non sono
infezioni ma patologie cronico-degenerative,
cardiovascolari, metaboliche, neuropsichiatriche. La Scienza
dell'immunopatologia ha scoperto che il diabete giovanile e'
una malattia che spesso ha una patogenesi autoimmune e che
l'autoimmunita' puo' essere scatenata dal mimetismo
molecolare. Eccetera. Quindi, per favore, dico ai politici
renziani, berlusconiani (c'era una volta il popolo delle
liberta'...) e lorenziniani:
Almeno prendetevi le vostre responsabilità e non
nascondetevi dietro la foglia di fico della "comunità
scientifica".
La "comunità scientifica" che viene evocata a sostegno di
una parte politica non esiste. Invece di ripetere slogans e
introdurre obblighi e sanzioni inusitati e inesistenti in
tutti gli altri Paesi civili, cercate di convincere la gente
con argomenti validi che conviene vaccinarsi.
In Veneto, non certo l'ultima delle Regioni Italiane per
Sanita' pubblica, tutto ha funzionato benissimo con
l'informazione e la responsabilizzazione. Se proprio volete
imparare qualcosa dagli scienziati, almeno guardate
l'esperienza !
By prof Paolo
Bellavite + vedi
chi e'
Burioni...
Il MITO della COMUNITÀ
SCIENTIFICA
Invocare la cosiddetta comunità scientifica è diventato un
mantra moderno molto usato, non solo in ambito scientifico e
giornalistico, ma anche tra la gente comune.
L’idea alla base è che ci sia questo organo collegiale che
vigila sulla giustezza delle scoperte scientifiche fino ad
arrivare a coprire con la sua benefica influenza anche
scelte politiche. Insomma un bel tappeto comodo comodo sotto
cui gettare tutti i dubbi che possono sorgere su scoperte
scientifiche, loro applicazioni pratiche e derivanti
legiferazioni in merito.
Ma come funziona questa “comunità scientifica ?”
Prima di tutto il senso della
parola comunità è proprio quello più “laico”, ovvero un
insieme di persone. Le persone di cui parliamo sono appunto
gli scienziati che aderiscono comunitariamente a dei
“valori” quali la sperimentazione e la conoscenza. Quindi
parliamo di una comunità mondiale di persone distanti anche
migliaia di chilometri che lavorano più o meno con gli
stessi metodi e attitudine, e che a loro volta formano
comunità più piccole in base al ramo scientifico di cui si
occupano e che a loro volta si ramificano ancora in base al
campo specifico e così via.
Stiamo parlando quindi non di un congresso o un parlamento,
ma di un concetto astratto esattamente come può essere
quello di “nazione” inteso come insieme di cittadini e
quello di “internet” inteso come insieme di navigatori.
I membri della comunità scientifica, come quelli di tutte le
comunità, dialogano tra loro. Al di là di convegni e
seminari, la forma più autorevole di comunicazione avviene
attraverso le riviste scientifiche dove vengono pubblicati
articoli riguardanti nuove scoperte. Più una rivista è
autorevole e più le ricerche pubblicate sono sicure e valide
perché attentamente vagliate. Attraverso queste
pubblicazioni, che contengono anche dettagliate metodologie
di analisi, la comunità scientifica viene a conoscenza di
nuove scoperte, come queste siano avvenute e chi le ha
condotte, in modo da usare queste informazioni per ulteriori
ricerche.
Un metodo che sembra molto
sicuro.
La parola “sembra” è d’obbligo perché per considerare questo
sistema di cose sicuro e per vedere la comunità scientifica
come portinaia della Verità, è necessario trascurare una
lunga serie di fatti, dettagli e ragionamenti logici.
Partiamo con la pubblicazione su
riviste
scientifiche.
Questa avviene attraverso la cosiddetta peer review
(revisione paritaria) ovvero la validazione di un lavoro
scientifico da parte di ricercatori che lavorano nello
stesso ambito. Passata questa revisione, l’articolo viene
pubblicato e diventa letteratura scientifica.
Questo processo viene spesso fatto passare come una
validazione di una ricerca da parte della comunità
scientifica, convogliando l’autorevolezza di milioni di
addetti ai lavori a ciò che viene pubblicato, però la
cosiddetta comunità scientifica non è per nulla coinvolta
nella pubblicazione degli articoli ma solo chi è
interpellato a validarli dall’editore scientifico. Il resto
della comunità può leggere e, nel caso, confutare quella
ricerca, ma di questa enorme massa di scienziati quanti,
effettivamente, leggono nel dettaglio quella ricerca,
vogliono testarla e hanno, allo stesso tempo, capacità e
strumenti per farlo? Stiamo parlando di un ago nel pagliaio.
La maggior parte della letteratura scientifica quindi
dipende dalla revisione di pochi scienziati che si basano su
altra letteratura revisionata allo stesso modo. Non c’è
nessuna “comunità scientifica” intesa come un insieme di
migliaia se non milioni di scienziati che attivamente ne
controlli e garantisca la validità. La presunta pluralità di
questa immensa comunità che dovrebbe difendere la validità
delle ricerche dall’errore o malafede di pochi è di fatto
inesistente.
Come riportato anche in un mio precedente articolo, la
rivista scientifica Nature ha condotto una ricerca
statistica coinvolgendo 1500 scienziati per comprendere
quanto i risultati pubblicati sulle riviste scientifiche
siano riproducibili. Nature ha scoperto che gli scienziati
interpellati non hanno ottenuto gli stessi risultati di
ricerche altrui nel 70% dei casi e il 50% di loro non ha
ottenuto gli stessi risultati nemmeno cercando di riprodurre
le proprie ricerche.
John P. A. Ioannidis (medico-scienziato che ha contribuito
alla letteratura in medicina, epidemiologia e salute
pubblica, scienza dei dati e ricerca clinica) ha pubblicato
un articolo nel 2005 sul Public Library of Science con
l’eloquente titolo “Perché la maggior parte dei risultati di
ricerca pubblicati sono falsi”. Sempre nello stesso anno
Ioannidis ha analizzato 49 dei risultati di ricerca più
apprezzati in medicina negli ultimi 13 anni scoprendo che,
in analisi successive con campioni di analisi più ampi, solo
il 44% di quei risultati è stato replicato, il 32%
risultavano contraddetti o presentavano effetti minori.
Nel 2014 ha pubblicato un’altra ricerca che affronta come
poter ottenere più pubblicazioni veritiere. Nelle premesse
si stima che l’85% delle risorse di ricerca siano sprecate e
si mette in luce il rischio di alti tassi di falsi positivi
delle ricerche imputando il problema a una serie di fattori
tra i quali ci sono i pregiudizi, i conflitti di interesse e
mancanza di collaborazione.
Non c’è da stupirsi che il capo editore della rivista
scientifica Lancet (una delle più autorevoli) abbia
dichiarato che “…gran parte della letteratura scientifica,
forse la metà, può semplicemente essere falsa. Tormentata da
studi effettuati con campioni di piccole dimensioni,
risultati infimi, analisi esplorative non valide e palesi
conflitti d’interesse, aggiunti all’ossessione di seguire
tendenze alla moda di dubbia importanza, la scienza ha preso
una svolta verso l’oscurità.”
Considerando tutto questo e che
ogni ramo della scienza è sempre più sottile e dedicato, il
cosiddetto dibattito scientifico su una data ricerca
riguarda in realtà un numero limitatissimo di scienziati e
non è impermeabile a tutto un cosmo di realtà che sta
attorno a quel dibattito.
Consideriamo per esempio il segreto industriale e quanto un
brevetto, un marchio o un copyright possano impedire un
dibattito aperto su una scoperta scientifica. Consideriamo
la pressione lobbistica delle case farmaceutiche: è
impensabile credere che la ricerca in questo campo sia
esente da corruzione o altre pratiche illecite soprattutto
quando consideriamo che parliamo di aziende con indotti da
capogiro.
La questione lobbistica di solito viene banalizzata e
ridicolizzata affermando che non esiste nessuno in grado di
corrompere TUTTA la comunità scientifica, cioè ogni singolo
scienziato ovunque nel mondo. Ma questa obiezione è
ridicola. In tutti i settori dello scibile umano esiste una
compartimentazione delle mansioni e delle responsabilità che
permette di far accadere cose toccando solo i giusti
ingranaggi, senza bisogno di avere sotto controllo tutta la
macchina. Ma sembra veramente ridicolo in questo momento
storico, dopo gli infiniti esempi offertici in tutti i
settori, dalla politica all’economia, dover ancora
analizzare un aspetto talmente banale ed ovvio.
Nessun settore importante dal punto di vista politico o
economico è esente dalla creazione di potentati più o meno
oligarchici che tentano di far prevalere la loro volontà.
La
Pfizer e la Johnson&Johnson,
ad esempio, due colossi del settore farmaceutico, fatturano
rispettivamente 52 e 76 miliardi di dollari all’anno. In
nessun campo imprenditoriale si esclude la possibilità che
grandi aziende facciano cartello, manipolino dati o facciano
pressioni di tipo lobbistico, anzi, la cronaca è piena di
esempi ed è noto che accada. Quando però si parla di
scienza, improvvisamente un paraocchi viene calato sul volto
e tutto cambia, al punto che ad esempio l’espressione “Big
Pharma” è considerata complottismo da due soldi.
Eppure ci sono addetti ai lavori come B. Saraceno
(Psichiatra, per più di 10 anni Direttore del Dipartimento
di Salute Mentale e Abuso di Sostanze della Organizzazione
Mondiale della Salute) che non solo usano giustamente quel
termine ma lo usano per denunciare, ad esempio, nel suo
libro “Sulla povertà della psichiatria”, che la spesa per il
marketing di Big Pharma negli Stati Uniti dal 1996 al 2005 è
cresciuta da 11,4 a 29,9 miliardi di dollari e la spesa di
pubblicità diretta al consumatore, nello stesso periodo, è
cresciuta del 330%.
Riprendendo le due aziende citate poco sopra, la Johnson&Johnson
nel 2013 ha speso 17.5 miliardi di dollari nel marketing
contro gli 8.2 in ricerca e sviluppo di nuove molecole; la
Pfizer a fronte di 11.4 miliardi di dollari spesi nel
marketing ne ha spesi 4.8 di meno per la ricerca.
Pensare che con cifre di questo calibro in ballo le aziende
interessate possano fare dei responsabili passi indietro
quando trovano muri politici, etici o scientifici è
semplicemente imbarazzante.
Le attività di
corruzione
e lobbismo sono infinite.
Recentemente in Grecia la
Novartis
avrebbe pagato tangenti (le carte dell’FBI parlano di 50
milioni) per far aumentare i prezzi dei propri farmaci sul
mercato ellenico e per farli acquistare dal servizio
sanitario nazionale per gli ospedali pubblici. Uno scandalo
che coinvolge numerosi nomi della politica.
La casa farmaceutica
Glaxo sta
collezionando accuse di corruzione in giro per il mondo,
senza tregua. In Polonia il manager regionale della
Glaxo Smith Kline
e 11 dottori sono sotto indagine per un presunto giro di
mazzette versato ai camici bianchi in cambio della
prescrizione del farmaco antiasmatico Seretide.
Pfizer nel 2009
ha patteggiato una multa da 2,3 miliardi di dollari negli
USA: aveva pagato tangenti ai medici per prescrivere quattro
farmaci tra i quali l’antiinfiammatorio Bextra, ritirato dal
mercato nel 2005 a causa di incertezze sulla sua sicurezza.
Eppure anche nel nostro
“piccolo” in Italia, per fare qualche esempio, abbiamo visto
la Glaxo pagare una tangente all’allora ministro (e medico)
De Lorenzo affinché un vaccino diventasse obbligatorio, ma
si potrebbe anche citare l’orrenda storia di Duilio
Poggiolini che negli stessi anni prendeva tangenti dalla
case farmaceutiche per inserire i loro prodotti nei
prontuari, lo stesso Poggiolini che è collegato anche con lo
scandalo degli emoderivati infetti messi in commercio, tra
le altre, da Bayer e Baxter: queste compagnie erano al
corrente che gli emoderivati in loro possesso erano infetti
ma anziché distruggerli e perdere quattrini hanno
semplicemente continuato a venderli all’estero. Secondo
alcune stime, in Italia i decessi per infezione da
emoderivati sono, al 2009, circa 2.600 mentre sono più di 66
mila le richieste di indennizzo da parte di pazienti per
danni subiti.
Ma si potrebbe andare avanti per
ore.
Ridere e scherzare sul termine “Big
Pharma” davanti a tutto questo più che ingenuo e idiota
è quasi criminale.
Basti pensare che, senza scomodare atti di puro lobbismo e
corruzione, persino il numero e la qualità delle ricerche
seguono naturalmente i soldi: gli ambiti di ricerca che
possono portare a scoperte interessanti per i mercati
pullulano di ricercatori mentre gli altri ambiti vanno
sempre più deserti.
La ricerca indipendente è semplicemente strozzata, la
stragrande maggioranza delle ricerche è finanziata da
aziende private e questo è un grosso problema, sia per
quanto riguarda l’attendibilità dei risultati, sia perché la
ricerca è indirizzata ad ottenere risultati spendibili sul
mercato, non socialmente utili. Ad esempio la spinta può
essere verso ricerche che portino a nuovi prodotti medici
riguardanti patologie che statisticamente colpiscono
pazienti con alto reddito oppure ricerche su temi che
possano distrarre dai potenziali rischi di altri prodotti
già in commercio.
Il CODACONS ha pubblicato la
lunghissima lista dei medici italiani e delle fondazioni,
università finanziati dalle case farmaceutiche nel
2015-2017, lista in cui appare sorprendentemente anche
l’Istituto Superiore della Sanità, fatto che l’associazione
ritiene “quanto meno inopportuno” e invita chi di competenza
a dare dettagli in merito.
Anche la dottoressa Marcia Angell, ex caporedattrice del New
England Journal of Medicine, in un articolo sul Boston
Review descrive la “sordida storia” di come i dollari delle
multinazionali abbiano corrotto la ricerca e l’istruzione
nei centri medici accademici, incluso il suo attuale posto
di lavoro, la Harvard Medical School.
Anche Arnold Seymour Relman (1923-2014), professore di
medicina a Harvard e, anche lui, ex redattore capo dello
stesso giornale ha affermato “La professione medica viene
comprata dall’industria farmaceutica, non solo in termini di
pratica medica, ma anche in termini di insegnamento e
ricerca. Le istituzioni accademiche stanno diventando gli
agenti pagati dell’industria farmaceutica. Penso che sia
vergognoso”.
Sembra davvero banale dover argomentare in proposito, ma chi
ha frequentato l’università sa benissimo che persino in
quell’ambito, quando ancora non ci sono soldi né carriere in
ballo, esistono pressioni che non permettono di trattare
certi temi per la propria tesi in completa libertà. Se
questo avviene in un ambiente “protetto” che è addirittura
precedente a quello del lavoro…
Oltre a questo, laboratori e
istituzioni di ricerca hanno forma gerarchica e i presunti
risultati oggettivi a cui dovrebbe arrivare la scienza
lasciano il passo a meccanismi come nepotismo, autoritarismo
e catena di montaggio in cui le ricerche e le intuizioni del
singolo, assieme alla loro possibile validità e scientifica
e utilità sociale, contano sempre meno.
Non dimentichiamoci ad esempio di come siano stati trattati
alcuni scienziati e medici solo per aver suggerito una
maggiore farmacovigilanza nel settore vaccini o perché,
sempre nell’ambito dei vaccini, semplicemente hanno
rammentato di tenere presente anche i rischi correlati oltre
ai benefici. Alcuni, solo per queste posizioni
precauzionali, sono stati radiati, cosa che non è successa a
medici che hanno leso volontariamente la salute dei loro
pazienti. Successivamente la radiazione viene usata come
elemento di prova della non-genuinità delle affermazioni del
radiato da parte di tutta la comunità scientifica e
dell’opinione pubblica, un meccanismo molto poco
scientifico.
È evidente che in alcuni ambiti
la libertà di dissenso che dovrebbe stare alla base del
cosiddetto “dibattito scientifico” e che dovrebbe garantire
la genuinità delle scoperte scientifiche, semplicemente
sparisce dietro l’ombra colossale del dogmatismo, prezzolato
o no che sia.
Quando si parla di scienza, sia che lo faccia uno scienziato
che un non addetto ai lavori, si ha sempre l’idea di parlare
di qualcosa di super partes che non ha a che fare con la
fallibilità umana, col conflitto di interessi, con
l’economia, con l’egemonia, con il capitalismo, con
l’utilitarismo, con il produttivismo, ecc.
Questo è il grande errore: inglobare in un metodo di
indagine (quello scientifico, considerato puro e sempre
tendente alla verità senza pregiudizi) tutto quello che ha
che fare con quel metodo, anche se dipende o genera o
riguarda ambiti molto più complessi e diversificati che non
hanno più niente a che fare direttamente con quel metodo,
implicando premesse e conseguenze del tutto diverse.
È come se pensassimo che in uno stato fondato sull’ideale
della democrazia (intesa come potere decisionale del
popolo), automaticamente tutto quello che uscisse dal
parlamento (qualunque legge, decreto, scelta politica,
lavoro pubblico, ecc.), fosse per forza di cose espressione
della volontà popolare.
È chiaro che questo è di fatto un ragionamento molto ingenuo
e non realistico. Eppure per la scienza funziona così.
È come se pensassimo che, siccome il sistema giuridico si
basa sul concetto de “la legge è uguale per tutti”, allora
conseguentemente la magistratura e tutto il sistema
giuridico siano esenti da corruzione, errori, impedimenti,
pressioni di potere, ecc. Sarebbe ridicolo pensare questo.
Ecco invece molti scienziati e molte persone credono che
questa fantomatica “comunità scientifica” abbia le stesse
mirabolanti peculiarità del parlamento e della magistratura
descritte nei ridicoli esempi di poco sopra in cui queste
entità sono esenti da qualsiasi contaminazione per il solo
fatto che alla base ci siano principi corretti.
Scienza, politica e magistratura non sono affatto diversi:
così come, ad esempio, dei parlamenti hanno varato leggi
razziste, così i tribunali le hanno applicate e la comunità
scientifica dell’epoca ha avvallato scientificamente
quell’idea aberrante e criminale.
La cosiddetta comunità scientifica è solo un concetto
astratto e non è garante di alcuna verità scientifica. Mai
questa ha fatto muro contro decisioni dei vari potentati (se
non a posteriori e molto raramente), anzi, di solito la
scienza e la sua comunità sono espressione delle dinamiche
economiche, capitaliste, industriali, produttiviste,
politiche e militari; ne hanno sempre sostenuto le decisioni
e a loro volta ne sono state espressione.
Articolo di
Mason Massy James
Fonti:
-
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4204808/
-
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1182327
-
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2018/02/12/tsipras-su-scandalo-novartis-far-luce_86ae98b2-d8a0-41bb-b786-a2483929b94a.html
-
http://www.movimentodeicittadini.it/dirsol/des3/farmaci.htm
-
https://en.wikipedia.org/wiki/Contaminated_haemophilia_blood_products
-
http://bostonreview.net/archives/BR35.3/angell.php
Tratto da: medicinapiccoledosi.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Ricerche truccate su pressioni degli Sponsor …..
Da:
Corriere della Sera: pag. I, II Messaggero: pag.
14
-
14
giugno
2005
Nei
laboratori USA il 15% dei ricercatori ha ammesso
di aver
modificalo
i risultati dei propri lavori, di non aver
rispettato le regole etiche negli studi clinici,
di aver coperto colleghi che
utilizzavano
dati falsi o proposto
interpretazioni
non corrette
dei dati stessi.
L'indagine è stata svolta negli Stati Uniti
da Health Partners Research Foundation di Minneapolis.
I ricercatori intervistati, il cui lavoro era finanziato
dai National Institutes of Health, dichiarano che
c'è tanta
competizione e le pressioni commerciali sono
sempre più forti.
http://www.aboutpharma.it/notizia.asp?id=8643
MEDICI e ricercatori
ASSASSINATI da BIG PHARMA....oltre
a quelli osteggiati !
https://www.lettera43.it/it/articoli/scienza-e-tech/2018/11/03/cochrane-peter-gotzsche-ricerca-vaccini/224990/
US - Ricercatori,
medici, che hanno scoperto le porcherie vaccinali e
quelle dei farmaci sono stati UCCISI,
ecco le loro foto:
Italy
- Le associazioni dei medici rispondo alla federazione
FNOMCEO degli Ordini dei medici, il 50% degli studi
medici pubblicati, sono FALSI ! - Gen. 2017
http://www.freedompress.cc/vaccini-radiazione-medici-le-associazioni-sindacali-medici-rispondono/
Da recenti ricerche e piu' accurate risulta che sono
false o sponsorizzate da
Big Pharma,
lo 85% degli studi pubblicati !
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4204808/
Case
farmaceutiche e
Corruzione:
lo scandalo planetario della
Glaxo Smith Kline
- 26/04/2014
https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/26/case-farmaceutiche-e-corruzione-lo-scandalo-planetario-della-glaxo-smith-kline/964564/
In Italia e nel resto del mondo le
Case Farmaceutiche
alterano la scienza medica !
https://www.corvelva.it/blog/case-farmaceutiche/311-in-italia-roche-e-novartis-alterano-anche-la-scienza.html
I VERI PADRONI della
SANITA' nel MONDO
La descrizione del meccanismo che nel
secolo scorso permise ai grossi capitali
finanziari di impadronirsi dell’intero sistema medico
americano e non solo, attraverso il
controllo dell’insegnamento
universitario, i
Rockefeller amavano chiamarla “filantropia
efficiente”,
e' qui ben descritto.
https://koenig2099.wordpress.com/2017/12/30/dalla-seconda-guerra-mondiale-ai-giorni-nostri-come-cibo-e-medicine-sono-stati-completamente-corrotti-dai-grandi-del-governo-delle-agenzie-e-delle-case-farmaceutiche/
La maggior parte
delle
case farmaceutiche è stata fondata a
meta-fine ottocento o primi del novecento.
Inizialmente le nazioni trainanti in questo
settore furono Svizzera, Germania ed Italia.
Nel novecento il concetto di scoperta
scientifica si è fuso con quello di bene di
consumo di massa, per cui la aziende
farmaceutiche hanno imposto un nuovo modo di
fare medicina pratica.
"La
professione medica viene comprata dall'industria
farmaceutica, non solo in termini di
pratica medica, ma anche in termini di
insegnamento e
ricerca. Le istituzioni accademiche stanno
diventando
gli agenti pagati dell'industria farmaceutica.
Penso che sia vergognoso".
By Arnold Seymour Relman (1923-2014), professore
di medicina a Harvard ed ex redattore capo del
New England Medical Journal.
Case farmaceutiche e
Corruzione: lo scandalo planetario della
Glaxo
Smith Kline - 26/04/2014
https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/26/case-farmaceutiche-e-corruzione-lo-scandalo-planetario-della-glaxo-smith-kline/964564/
Audizione del 24/01/2019,
alla Camera del Parlamento Italiano, da parte della
Commissione Vaccini, della Associazione Corvela, che ha
effettuato le analisi di laboratorio sui vaccini in
Commercio, scoprendo tutte le porcherie inserite in essi....
BIG PHARMA CORROMPE TUTTE LE ISTITUZIONI !
Grecia, file
Fbi su "presunta" maxi frode Novartis. Coinvolti
dieci tra ex ministri ed ex premier
I documenti Usa hanno rivelato i nomi dei
politici che, secondo l'accusa, avrebbero
ricevuto milioni in tangenti per far ottenere
alla multinazionale elvetica una posizione di
forza nel mercato ellenico
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/02/06/grecia-file-fbi-su-presunta-maxi-frode-novartis-coinvolti-dieci-tra-ex-ministri-ed-ex-premier/4140095/#commenti-mobile
EMEA (oggi EMA) ha legami
con l'Industria
Farmaceutica
- Roma, 09 giugno 2006
"Nessuno ha ricordato una cosa: l'Emea,
l'agenzia europea del farmaco (oggi EMA), non dipende
dall'amministrazione comunitaria della sanità ma
da quella dell'industria. Un distinzione che
dovrebbe far riflettere. A Bruxelles la forza
delle lobby è grandissima". L'osservazione è di
Luca Poma, portavoce di "Giu'
le mani dai bambini", Comitato sui disagi
dell'infanzia che raggruppa quasi cento
associazioni di volontariato e promozione
sociale. "Continuano a trattare i bambini come
fossero, dal punto di vista metabolico, degli
adulti", protesta Poma: è "assurdo somministrare
ai bambini
farmaci
pensati per gli adulti.
Soprattutto il Prozac, psicofarmaco molto forte,
che richiede prudenza nella somministrazione
anche negli adulti".
Prudenza che "sarebbe stato
naturale attendersi, soprattutto dopo drammatici
fatti di cronaca avvenuti negli Stati uniti -
come le stragi nelle scuole causate da
ragazzi in cura
antidepressiva - ma che non è stata
usata".
Fonte: DIRE
Cosi come i
CDC e
la FDA,
OMS, oltre al
Ministero della salute italiano,
ISS, gli
ordini dei medici, le
universita' ecc., i politici ed i
partiti....
CORRUZIONE di
BIG PHARMA nella sanita' e con i medici
Il mio nome è Peter Gotzche, Direttore del
Nordic Cochrane Centre di Copenaghen (Cochrane
collaboration) e Professore di Clinical Research
Design and Analysis, presso l'Università di
Copenhagen.
Due anni fa ho scoperto che le prescrizioni di tutti i
farmaci che prescriviamo sono la terza causa di morte, dopo
I problemi cardiaci e il cancro.
I
nostri farmaci uccidono circa 200.000 persone in America
ogni anno e la metà di queste persone muoiono perché fanno
quello che il loro medici dicono loro di fare, quindi
muoiono a causa delle reazioni avverse. L'altra metà muore a
causa degli errori, e spesso sono i dottori che commettono
gli errori, perché ogni medicinale viene con circa 20 o 30 o
40 controindicazioni, precauzioni, ecc.
Nessun dottore (medico) al mondo conosce tutto questo,
quindi danno ai loro pazienti dei farmaci che non dovrebbero
dare, perché hanno interazioni pericolose con gli altri
farmaci o prodotti alimentari.
Quindi i pazienti muoiono. Questa è l'altra metà.
Quindi un'altra cosa che ho scoperto in questi due anni, è
stato che, per la maggior parte ciò che fa l'industria
farmaceutica, è crimine organizzato, secondo la legge
americana e in molti modi loro si comportano come fa la
mafia, corrompono tutti quelli che possono corrompere, hanno
comprato ogni tipo di persona, perfino incluso il ministro
della sanità in alcuni paesi.
C'è un grande quantità di corruzione; nel mio paese, per
esempio, la Danimarca, siamo conosciuti per essere un paese
con poca corruzione, ciononostante ci sono migliaia di
medici sul libro paga delle
case farmaceutiche e in Danimarca siamo solo 20.000
dottori (medici), questo è davvero un tipo di corruzione
reale, le case farmaceutiche prima comprano i professori,
poi altri direttori, medici e assistenti, non comprano i
giovani dottori.
Quindi quando ci sono molte migliaia di dottori (medici)
nella libro paga dell'Industria
farmaceutica, questo è davvero un male, e questo è il
motivo per cui ho scritto il mio libro: "farmaci mortali e
crimine organizzato e di come
Big Pharma ha corrotto il sistema della salute
pubblica".
Spero di convincere i pazienti che non devono prendere così
tanti farmaci perché così tante persone muoiono a causa
delle medicine che usano.
Nel mio paese le persone prendono tante medicine e ogni
singolo cittadino può essere sotto trattamento con una
medicina e mezza da quando è nato fino a quando muore.
Questo è INCREDIBILE ! E i farmaci non sono così buoni per
la salute e uccidono molte persone.
Noi lo sappiamo, perché il farmaci sono al terzo posto come
causa di morte, dopo i problemi cardiaci e il cancro.
Quindi, quello di cui abbiamo bisogno negli anni a venire,
prendere molte meno medicine di quelle che prendiamo
attualmente, se noi facessimo questo, se fossimo attenti,
potremmo vivere più a lungo e più sani, perché le medicine
hanno molti controindicazioni e reazioni avverse, e i
pazienti spesso non capiscono che quando loro salute
peggiora, potrebbe essere un effetto collaterale proprio
delle medicine, e continuano a prenderle, perché questo è
quello che dicono loro i dottori.
Quando ero uno specialista di Medicina Interna, quello che
facevo spesso era fermare il trattamento farmacologico,
specialmente nelle persone anziane, ed è incredibilmente
rivelatore il fatto che quando un anziano messo molto male
veniva dentro il mio studio e quando interrompevo loro il
trattamento, stavano meglio e sembravano molto più giovani.
Molte di queste medicine hanno un negativo effetto sul
cervello, la maggior parte delle persone non li tollera
affatto, cadono e quando si rompono le anche, un quarto di
essi poi muoiono.
Per esempio, molti antidepressivi vengono usati sui nostri
anziani per oltre il 10%, sembra che uccidono il 3% di
questi, ogni anno, intendo, su 100 anziani che prendono
antidepressivi per un anno, 3% di loro cadono e si rompono
le anche e muoiono, questo è un tasso molto elevato di
mortalità.
Così anche altri farmaci, specialmente antidepressivi,
possono fa cadere le persone e ucciderli, e possono
interferire con la cognizione, la memoria, la coscienza e
tutte queste cose, e interagiscono in un modo di cui non
sappiamo praticamente nulla, molti anziani prendono più di 5
farmaci al giorno e nessuno sa come questi farmaci
interagiscono gli uni con gli altri; quello che invece
sappiamo è che tutte le medicine hanno molte reazioni
avverse nel corpo, e alcune di queste interferiscono con il
loro metabolismo, cosicché si può avere un'alta
concentrazione di farmaci nel corpo, se si utilizzano tanti
farmaci simultaneamente.
Facciamo così tanto di quel male che nemmeno ci accorgiamo.
Ho una collezione piuttosto colorita di come la gente mi ha
chiamato durante tutti questi anni, qualche volta i
giornalisti mi hanno chiesto perché tu stai sempre cercando
diatribe, e io ho risposto io non le cerco, sono le diatribe
che cercano me, perché non è popolare dire la verità per
quanto riguarda la salute, si fanno molti nemici, perché
molte persone fanno soldi su false premesse, tanto i dottori
quanto le industrie farmaceutiche, e i nostri controllori
farmaceutici e i politici, sono tutti a bordo del
carrozzone, ci sono poche persone indipendenti dal denaro
della Salute, ovviamente per questo sono stato attaccato
molte volte durante la mia carriera, perché ho toccato molte
vacche sacre, la gente ha urlato forte a me, in una rivista
francese sono stato chiamato "masturbatore statistico",
perché facevo vedere delle statistiche che gli screening
mammografia non funzionavano, sono stato accusato di
miscondotta scientifica dall'associazione delle industrie
farmaceutiche danesi, è stato veramente ridicolo, non è
stato nient'altro che molestia, dall'inizio alla fine, si
sono presentati con argomenti vaghi che non hanno
riconosciuto le conclusioni dei miei studi, e potevano
essere presentati con statistiche e dire che le mie erano
sbagliate, ma non hanno fatto nulla, solo molestie, il tutto
è durato in totale 18 mesi, mi pare, e poi quando siamo
stati assolti, ho fatto in modo che questo comportamento
sgradevole fosse raccontato sul British Medical Journal.
Dopo di questo fatto, l'industria farmaceutica danese ha
deciso di non perseguirmi più di tanto.
Quando è uscito il mio libro sul crimine organizzato, hanno
raccontato un sacco di bugie, come sempre fanno, dicendo che
i miei esempi erano vecchi e andavano indietro di 90 anni e
così via, ma io sono riuscito a dimostrare che le 10
principali
case farmaceutiche sono crimine organizzato.
Questi esempi in realtà non sono vecchi, vanno indietro di
10-15 anni al massimo, i crimini sono aumentati, perché è
così che funziona il crimine, più si guadagna e più crimine
aumenta, è così che funziona il capitalismo.
https://telegra.ph/Farmaci-mortali-e-crimine-organizzato-e-di-come-Big-Pharma-ha-corrotto-il-sistema-della-salute-pubblica-10-23
Big Pharma,
FINANZIA le varie associazioni dei
medici
pediatri, fondazioni politiche....! -
vedi il video....
http://www.infovax.it/news/i-soldi-delle-case-farmaceutiche-a-chi-decide-sui-vaccini/
e le UNIVERSITA':
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1211856718867508&id=100001295757504
By
Laura Dana Popescu ha aggiunto
32 nuove foto — con
Paolo Colpani e
altre 41 persone - 4 febbraio 2017
L'azienda
Farmaceutica Glaxo Smith Kline, leader mondiale
nella distribuzione di vaccini! Ho fatto un
piccolo reportage per capire come mai le
istituzioni mediche ci spingono cosi ferocemente
a vaccinarci! Questo mostro farmaceutico
sponsorizza Associazioni, Federazioni,
Fondazioni nazionali, europee e globali!
Incentiva i medici e gli ospedali a scopo di
produrre sempre più soldi con i vaccini.
Guardate le Federazioni Globali delle malattie
rare, autoimmune, HIV / AIDS, tumori, anziani,
sclerosi multipla parkinson etc hanno tutte
ricevuto finanziamenti!!! Noi diventiamo i loro
pazienti a vita! ( L'articolo è stato creato
dalla sottoscritta
Laura Dana Popescu e le slide provengono dai
siti ufficiali della Glaxo Smith Kline)
Italia:
Telethon
Dynamo Camp
Save the Children
Leggere per Crescere
AIPI Associazione Ipertensione Polmonare
Italiana Onlus
AMIP Associazione Malati di Ipertensione
Polmonare Onlus
A.N.I.Ma.S.S. Associazione Nazionale Italiana
Malati di Sindrome di Sj¿ogren Onlus
Federanziani Senior Italia FederAnziani
Federasma e Allergie Onlus Federazione Italiana
Pazienti
Gruppo LES Gruppo Italiano per la lotta contro
il LES Onlus
UNIAMO Federazione Italiana Malattie Rare Onlus
Pan European:
Alzheimer Europe (AE)
Associazione Immunodeficienze Primitive (AIP)
European Federation of Allergy and Airways
Disease Patients Association
European Institute of Womens Health
European Multiple Sclerosis Platform
European Organisation for Rare Diseases
European Parkinsons Disease Association
European Patients Forum
Global Alliance of Mental Illness Adocacy
Networks
International Diabetes Federation
LUPUS EUROPE
Pulmonary Hypertension Association Europe
National European
Groups:
Countries with websites:
Austria
Belgium
Bulgaria
Czech Republic
Denmark
Estonia
Finland
France
Germany
Greece
Ireland
Italy
Latvia
Lithuania
Netherlands
Norway
Poland
Portugal
Romania
Serbia
Slovak Republic
Slovenia
Spain
Sweden
Switzerland
Countries without websites:
Israel
Cyprus
Hungary
Malta
Portugal
UK
Asthma UK
British Lung Foundation
Bloodwise
Eczema Outreach Scotland
Epilepsy Scotland
Genetic Alliance UK
Herts Aid
Jo’s Cervical Cancer Trust
Melanoma UK
Meningitis Now
Meningitis Research Foundation
Parkinsons UK
Pulmonary Hypertension Association UK
Target Ovarian Cancer
WellChild
Emerging Markets and
Australasia:
Agentina:
- Alua - Systemic Lupus Erythematosus (SLE) and
supports SLE's
- Casa Angelman - Angelman disease
- FundEPOC - respiratory problems (COPD).
Australia:
- ViiV Healthcare - HIV Company
- Stiefel dermatology - global leader in the
field of dermatology
Brazile Website
Canada Website
Cile: Chilean Association of Pulmonary Arterial
Hypertension (HAPCHI)
Ecuoador: Ecuadorian association in favour of
cancer Patients “Esperanza y Vida”
Hong Kong: The Hong Kong Asthma Society – Hong
Kong
Korea:
- Korean Lupus Support Group
- Pulmonary Hypertension Association Korea (PYEISA)
Malaysia Website
Mexico:
- Programa Compañeros, A.C. – HIV / AIDS
- Ministerios de Amor, A.C.
New Zealand:
- ASTHMA NEW ZEALAND
- BODY POSITIVE NEW ZEALAND – HIV/ AIDS
- POSITIVE WOMEN – HIV/AIDS
Philippines: Bravehearts Coalition of the
Philippines, Inc. (“Bravehearts”)
Russia: New Zealan Website
Taiwan: Russian Website
Thailand: The Foundation for the Deaf Under The
Royal Patronage of Her Majesty The Queen
Turkey: Turkey Website
Ukraine: Down Syndrome Charitable Foundation
Global:
Confederation of Meningitis Organisations (CoMO)
International Alliance of Patient Organisations
(IAPO)
International Brain Tumour Alliance (IBTA)
International Patient Organisation for Primary
Immunodeficiencies (IPOPI)
    
Complaint to the European Medicines Agency (EMA)
over maladministration at the EMA
CLASS ACTION COMPLAINT: VIOLATION OF CIVIL
RIGHTS AND CRIMINAL CONSPIRACY
La frase di Henry W Gadsden, direttore
generale della multinazionale farmaceutica
Merck
tra il 1965 e il 1975 (durante la sua leadership
i guadagni della Merck quadruplicarono):
“Il
nostro sogno è produrre farmaci per le persone
sane, questo ci permetterebbe di vendere a
chiunque”.
OGNI COMMENTO E’ VERAMENTE SUPERFLUO !
vedi anche:
Conflitto
di interesse
+
Conflitti di
interesse PDF - 1
+
Conflitti
di interesse PDF
- 2 +
Conflitti di Interesse, denuncia del Governo Ii
- PDF
+
CDC - 1
+
CDC - 2
+
FDA
+
Conflitti di Interesse,
business farmaci e vaccini
+
Conflitti
di interesse dell'AIFA
vedi anche:
ISS
+
Ministero
della salute
+
EMA
+ CNR e Corruzione
+
Consenso Informato
+
Le case farmaceutiche
ingannano i medici e questi danneggiano i malati
+
I medici sono una
minaccia
Commento NdR:
Oggi sono ben noti i
misfatti dell’industria
farmaceutica, e sono solo la punta
dell’iceberg, ma nell’articolo non
vengono tenuti in nessuna considerazione i
GRAVISSIMI MISFATTI degli
enti
governativi Italiani ed esteri, a “Tutela della
Salute”; dove sono stati, e dove sono
ancora oggi
questi enti che dovrebbero controllare con i
loro laboratori, i farmaci ed anche i
vaccini…..forse
al bar a prendersi un caffe’….? ..e chiudendo tutti i due
occhi su queste azioni Criminali,
cio’ significa che sono collusi con i
produttori di farmaci
e
vaccini, ma
significa anche che le
case
farmaceutiche hanno corrotto e/o immesso nei
posti di potere di questi enti, i “loro”
uomini affinche’
nascondessero e chiudessero i due occhi su
questi CRIMINI
contro l’Umanita’ …altro che
HITLER….quello ERA un BRAVO RAGAZZO in
CONFRONTO a QUESTI
CRIMINALI di OGGI !
Ritirato lo studio che esaminava le
differenze nello stato di salute fra bambini vaccinati e non
vaccinati - 2018
La censura della scienza non è un fatto nuovo. In Canada, ad
esempio, hanno suscitato molte perplessità i vincoli
governativi sempre più stringenti che impedivano agli
scienziati di rendere note al pubblico le loro scoperte.
La censura, nel suo complesso, è un problema costantemente
sottostimato nella nostra società. L'elezione di Donald
Trump ha certamente mostrato il fatto che i media mainstream
riportano solo le narrazioni che vogliono farci vedere.
Nell'ultimo caso di censura
scientifica, un articolo di una rivista scientifica è stato
“rimosso,” ma solo dopo che i sostenitori dei vaccini hanno
dichiarato che doveva essere eliminato. Lo studio, vedete,
esaminava le differenze nello stato di salute fra bambini
vaccinati e non vaccinati. I risultati indicavano che
"i bambini vaccinati mostravano significativamente meno
probabilità di ricevere diagnosi di varicella e pertosse
rispetto ai non vaccinati, ma significativamente più
probabilità di ammalarsi di polmonite, otite media, allergie
e patologie del neurosviluppo - NDDs (definite come disturbo
dello spettro autistico, sindrome da deficit di attenzione e
iperattività, e/o disturbo dell'apprendimento).”
Dalle segnalazioni delle madri,
i ricercatori hanno scoperto che i bambini vaccinatierano
più soggetti ad allergie e patologie del neurosviluppo (NDDs).
Il team ha notato che anche dopo aver tenuto conto di altri
fattori, la vaccinazione restava associata in modo rilevante
alla presenza di patologie a carico del neurosviluppo, con
una probabilità di ricevere una diagnosi di questo tipo
quasi tre volte superiore rispetto al controllo. La
combinazione di nascita pretermine e vaccinazione produceva
un rischio persino maggiore di NDDs, aumentandone le
possibilità di oltre sei volte.
Nell'abstract, i ricercatori hanno scritto come conclusione:
“In questo studio basato sui report delle madri, i vaccinati
hanno avuto un tasso superiore di allergie e di patologie
del neurosviluppo rispetto ai non vaccinati. La
vaccinazione, ma non la nascita pretermine, è rimasta
associata in modo significativo a questo tipo di malattie
dopo aver tenuto conto di altri fattori. Tuttavia, la
nascita pretermine combinata con la vaccinazione era
associata ad un aumento apparentemente sinergico nello
sviluppo di NDDs. Sono necessarie ulteriori ricerche che
coinvolgano campioni più ampi e indipendenti per verificare
e comprendere queste scoperte inattese ed ottimizzare
l'impatto dei vaccini sulla salute dei bambini.”
Baxter Dmitry di Investment
Watch Blog sottolinea che questo studio è stato
“rimosso” dalla rivista Frontiers In Public Health.
Normalmente, è ancora possibile vedere la copia cache
nell'archivio di internet. Ma Baxter afferma che anche
quella è stata cancellata, dichiarando “anche la copia cache
disponibile nell'archivio di internet è stata rimossa, il
che denota l'esistenza di una vera e propria campagna per
evitare che il pubblico venga a conoscenza di questo
studio.” Fortunatamente, è stato salvato uno screenshot
dello studio prima che il tutto scomparisse per sempre da
internet.
Prima di essere rimosso da
internet, lo studio è stato sottoposto ad una enorme
quantità controlli; a quanto pare in questo caso l'uso di
sondaggi, che vengono ampiamente utilizzati per la raccolta
dati - sarebbe in qualche modo viziato dal "biais" (forma di
distorsione della valutazione causata dal pregiudizio,
N.d.T.). Fra i più suggestivi commenti pubblici, “Questo
studio è caratterizzato da carente progettazione, benché i
risultati non siano impossibili. Esso si basa sui report
spontanei delle madri, inducendo al biais,” e “Ecco un altro
studio spazzatura sulla rivista Frontiers. Scienziati,
smettetela di recensire/pubblicare qui.”
Non è certo la prima volta che uno studio che mostri i
potenziali effetti nocivi dei vaccini viene ritirato da
internet. A febbraio, la rivista Vaccine rimosse
temporaneamente, e poi alla fine ritirò, uno studio che
associava il vaccino contro il papillomavirus (HPV) a
disturbi comportamentali nei topi.
Pubblicare ricerche che
contengono informazioni in conflitto con le narrazioni dei
mass media, continua a mostrarsi un modo veloce e facile per
trovarsi sulla lista nera della censura da parte dei media
tradizionali.
Questo fatto sottolinea ancora una volta l’importanza
della ricerca indipendente e dei media alternativi.
Fonti:
-
http://www.activistpost.com/2016/12/vaccinated-versus-unvaccinated-children-2016-health-study-pulled-from-publication.html
-
http://www.naturalblaze.com/2016/12/notable-study-on-vaccinated-vs-unvaccinated-children-pulled-from-web.html
-
http://www.universityworldnews.com/article.php?story=20130625133943361
-
https://vaccineimpact.com/2016/retracted-paper-linking-hpv-vaccine-to-behavioral-issues-republished/
Ex VICEPRESIDENTE
PFIZER - dr.
Peter Rost afferma su: "il
malaffare farmaceutico"
"Le università, le istituzioni sanitarie e tutti coloro che
ho incontrato quand'ero a capo di una casa farmaceutica,
tutti vogliono soldi.
Nessuno ha soldi e tutti ne hanno bisogno. Il governo non ha
soldi, le università non ne hanno.
Le uniche coi soldi, sono le grandi multinazionali e loro ne
hanno tanto, e lo usano per esercitare influenza.
Il modo in cui viene fatto è il seguente: dai a queste
istituzioni e organizzazioni delle donazioni per ricerche
contro il cancro, per sviluppare insieme delle ricerche,
sviluppi delle amicizie, ti assicuri che queste istituzioni
siano in debito con te, e paghi i professori, i ricercatori
e dottori direttamente o come Speaker, li fai andare in giro
per il paese per parlare a conferenze, li paghi 1.000, 2.000
dollari al giorno, a volte di più...".
- vedi video
intervista su :
http://www.infoautismo.it/radioautismo.org/watch.php?vid=39bdbae70
vedi:
Corruzione
CONFLITTI
D’INTERESSI nella RICERCA
BIOMEDICA e nella PRATICA CLINICA
Approvato nella Seduta Plenaria dell’8 Giugno 2006 - Italy
Presidenza del Consiglio dei Ministri COMITATO NAZIONALE per
la BIOETICA:
vedi
PDF tratto da:
http://www.governo.it/bioetica/testi/Conflitti_interessi.pdf
vedi:
Conflitto
di interesse
+
Conflitti di
interesse PDF - 1
+
Conflitti
di interesse PDF
- 2 +
Conflitti di Interesse, denuncia del Governo Ii
- PDF
+
CDC - 1
+
FDA
+
Conflitti di Interesse,
business farmaci e vaccini
+
Conflitti
di interesse dell'AIFA
+
Codice etico della ricerca Europea
US - Ricercatori,
medici, che hanno scoperto le porcherie vaccinali e quelle
dei farmaci sono stati UCCISI,
ecco le loro foto:
Sindrome
infiammatoria chiamata "Asia" scatenata dai
vaccini !
ASIA_Sindrome
infiammatoria-dai-vaccini-Riassunto.pdf
Tratto da: http://www.assis.it/wp-content/uploads/2014/12/ASIARiassunto.pdf
... ed e' noto che... le
infiammazioni sono foriere di qualsiasi tipo
di sintomi, che i
medici impreparati
allopati chiamano erroneamente "malattie"....
Il mondo dorato
dei vaccini. Chi finanzia gli studi e chi deve propagandarli
- 05/11/2016
Ecco l'intervista integrale a Tom Jefferson, di Cochrane
Vaccines Field, ASL, titolo articolo “Studi sui vaccini
influenzali e finanziamenti”che spiega con chiarezza
disarmante il mondo delle riviste scientifiche,
l’affidabilità degli studi pubblicati ed efficacia e utilità
dei vaccini antinfluenzali, gli stessi studi su cui la
scienza medica affonda le sue certezze.
http://www.freedompress.cc/il-mondo-dorato-dei-vaccini-chi-finanzia-gli-studi-e-chi-deve-propagandarli/
Ecco come la
FDA
tutela la salute con i suoi controlli,
ricerche e studi:
http://archinte.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=2109848
Parlamentari pagati dalle Lobbies ? -
Roma Ott. 2013
L'intervista a un assistente di un Senatore che
svelerebbe i traffici illeciti tra parlamentari
e
Lobbies.
Video dell'intervista:
http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/390060/roma-parlamentari-pagati-dalle-lobbies.html
vedi
anche: CNR e Corruzione
+
CDC e conflitti di interesse - 1 +
CDC e conflitti di interesse - 2 +
OMS +
FDA +
EMEA
+ Aifa
+ Ministero della Sanita'
+ ISS +
Ordini dei medici
+ Mafia sanitaria
+
Costituzione ROCKEFELLER SYNDICATE
+ Comparaggio
farmaceutico +
Psichiatria e frodi
CDC e Conflitti di interesse - 1 +
CDC e Conflitti
di interesse - 2
+
CDC e Conflitti
di interesse - 3
+
Corruzione
CDC conflitti di interesse
anche per i vaccini
http://healthimpactnews.com/2014/cdcs-purchase-of-4-billion-of-vaccines-a-conflict-of-interest-in-overseeing-vaccine-safety/
Informatore dei CDC
CONFESSA la FRODE e le FALSIFICAZIONI sugli
studi della correlazione VACCINO=AUTISMO
La maggior parte delle
case farmaceutiche
è stata fondata a meta-fine ottocento o primi del novecento.
Inizialmente le nazioni trainanti in questo settore furono
Svizzera, Germania ed Italia.
Nel novecento il concetto di scoperta scientifica si è fuso
con quello di bene di consumo di massa, per cui la aziende
farmaceutiche hanno imposto un nuovo modo di fare medicina
pratica.
RICERCA
DEVIATA ai MEDICINALI che MANTENGONO la MALATTIA CRONICA.
INTERVISTA al PREMIO NOBEL per la MEDICINA: RICHARD J.
ROBERTS. - MEDITATE e CONDIVIDETE !
Il vincitore del Premio Nobel per la Medicina, Richard
J.Roberts, denuncia il modo in cui operano le grandi
industrie farmaceutiche
nel sistema capitalistico, anteponendo i benefici economici
alla salute e rallentando lo sviluppo scientifico nella cura
delle malattie perché guarire non è fruttuoso come la
cronicità.
Visionate questo video, parla un'informatore
farmaceutico, sul
Business dei Farmaci e Vaccini
http://ildocumento.it/farmaci/il-business-farmaceutico-current.html
vedi anche:
ISS
+
Ministero
della salute
+
EMA
+ CNR e Corruzione
+
Consenso Informato
+
Ricerca nelle mani
di Big
Pharma +
Riviste scientifico-mediche pilotate da
Big
Pharma +
Universita',
scuole di medicina e Big Pharma
+
CNR e Corruzione +
Effetto aspettativa +
Truffa delle
riviste dette "scientifiche"
+
Miti della Scienza
+
Miti dei Vaccini + Comparaggio
farmaceutico +
Le case
farmaceutiche ingannano i medici e questi danneggiano i
malati
+
I medici sono una minaccia
Commento NdR:
Oggi sono ben noti i misfatti
dell’industria farmaceutica,
e sono solo la punta dell’iceberg, ma nell’articolo non
vengono tenuti in nessuna considerazione i GRAVISSIMI
MISFATTI degli enti
governativi Italiani ed esteri, a “Tutela della Salute”;
dove sono stati, e dove sono
ancora oggi questi enti
che dovrebbero controllare con i loro laboratori, i
farmaci ed anche i
vaccini…..forse al bar
a prendersi un caffe’….? ..e
chiudendo tutti i due occhi su queste azioni Criminali,
cio’ significa che sono collusi con i
produttori di farmaci e
vaccini, ma significa anche che le
case farmaceutiche
hanno corrotto e/o immesso nei posti di potere di questi
enti, i “loro” uomini affinche’
nascondessero e chiudessero i
due occhi su questi CRIMINI
contro l’Umanita’ …altro che
HITLER….quello ERA un BRAVO RAGAZZO in CONFRONTO a
QUESTI CRIMINALI di OGGI !
Qui trovate tutte le resistenze del
produttore (Glaxo),
ad esempio del Tamiflu, alla pubblicazione al pubblico dei
trials del farmaco:
http://www.bmj.com/tamiflu
Parlamentari pagati dalle Lobbies ? -
Roma Ott. 2013
L'intervista a un assistente di un Senatore che
svelerebbe i traffici illeciti tra parlamentari
e
Lobbies.
Video dell'intervista:
http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/390060/roma-parlamentari-pagati-dalle-lobbies.html
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Non ne
parla nessuno: una casta controlla la scienza
Le principali riviste scientifiche distorcono il processo
scientifico e rappresentano una «tirannia» che va spezzata.
Questo il giudizio del premio Nobel per la medicina 2013.
La denuncia è grave, a maggior ragione perché è la cosa che
ha pensato di dire Randy Schekman al Guardian il giorno
stesso in cui ha ricevuto il premio Nobel e quindi non solo
nel momento più importante per la carriera di un
ricercatore, ma anche nel momento di massima visibilità.
Ma non basta, la dichiarazione di Schekman era stata
preceduta di un paio di giorni da quella di un altro
autorevolissimo scienziato, Peter Higgs, notissimo
teorizzatore del bosone di Higgs, che sempre al Gurdian
aveva denunciato il sistema delle pubblicazioni
scientifiche.
Ma se la dichiarazione di Schekman è clamorosa, altrettanto
clamoroso è il silenzio con il quale è stata inghiottita
dalle testate che si occupano di divulgazione scientifica,
alcuni quotidiani le hanno almeno dedicato il “minimo
sindacale” come Il Corriere della Sera “Schekman: «Le
principali riviste scientifiche danneggiano la scienza»”
(poco più che un trafiletto) e l’Unità “Il Nobel Shekman:
“Boicottiamo Science e Nature”“, altri hanno però
vistosamente dimenticato di pubblicarla. Ma ancor più
vistosa è la “dimenticanza” da parte di soggetti che fanno
della divulgazione scientifica il loro argomento centrale,
non una parola sull’autorevole denuncia da parte delle
solite testate comeLe Scienze, Oggiscienza, Query, Pikaia e
perfino Focus e Ocasapiens, in genere così attente a
difendere la buona scienza scegliendosi però bersagli comodi
e banali come i creazionisti della Terra giovane o qualche
stravagante di turno.
E allora per vedere commentato in modo decente quanto detto
da Schekman dobbiamo andare suWired, un periodico che si
occupa in genere di scienza tenendo conto delle sue
implicazioni più ampie, per leggere un articolo intitolato
“Il Nobel che vuole boicottare le riviste scientifiche“, che
inizia con le seguenti parole
La scienza è a rischio:
NON è
più affidabile perché in mano a una casta chiusa e
tutt’altro che indipendente.
Le principali riviste scientifiche internazionali – Nature,
Cell e Science – sono paragonate a tiranni: pubblicano in
base all’appeal mediatico di uno studio, piuttosto che alla
sua reale rilevanza scientifica. Da parte loro, visto il
prestigio, i ricercatori sono disposti a tutto, anche a
modificare i risultati dei loro lavori, pur di ottenere una
pubblicazione.
L’accusa di “tirannia” lanciata da un neo premio Nobel
dovrebbe in ogni caso meritare la massima attenzione, ma
così come si usa fare per i critici di minore visibilità la
tecnica è la stessa: ignorare per non dare visibilità alle
idee. Ma Schekman aggiunge dell’altro, qualcosa che da
sempre andiamo sostenendo:
Queste riviste, dice lo studioso, sono capaci di cambiare il
destino di un ricercatore e di una ricerca, influenzando le
scelte di governi e istituzioni.
Ma il suo laboratorio (all’università di Berkeley in
California) le boicotterà – ha detto al Guardian –, evitando
di inviare alcun genere di ricerca. Sfruttano il loro
prestigio, distorcono i processi scientifici e rappresentano
una tirannia che deve essere spezzata, per il bene della
scienza. Almeno così la pensa il Nobel.
La scienza con le sue dichiarazioni è un’autorità tale da
influenzare le scelte di governi e istituzioni, e se è
manipolabile da parte di chi detiene il comando delle
principali testate scientifiche è automaticamente vero che
le affermazioni su temi sensibili possono essere orientate
in base alle convenienze dei governi stessi o delle
istituzioni. Le dichiarazioni di Schekman supportano dunque
indirettamente che su temi come il Global warming, la "pandemia"
H1N1,
l’eugenetica e tutte le implicazioni della visione
malthusiana dell’evoluzione, la possibilità di orientare gli
studi in un senso “conveniente” è reale.
L’episodio della dichiarazione di Schekman mostra che però
neanche per un Nobel per la medicina è facile denunciare i
problemi della scienza, figurarsi per soggetti enormemente
meno visibili.
La denuncia di Schekman rappresenta però un incentivo ad
andare avanti per tutti coloro che ritengono la scienza una
realtà preziosa che deve essere difesa dalle
strumentalizzazioni e da qualsiasi tentativo di piegarne i
risultati a vantaggio di interessi particolari.
By Edoardo Capuano -
09
dicembre 2013
Fonte: enzopennetta.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
“Truccate le foto
delle cellule” - Il prof. universitario sotto
accusa - 16/10/2013
Il Pubblico ministero: ricerche sul cancro
aggiustate al computer per ottenere fondi
Riguarda otto pubblicazioni prodotte fra il 2001
e il 2012 dal gruppo di lavoro del professor
Alfredo Fusco, ordinario di patologia generale,
direttore a Napoli dell’Istituto di
endocrinologia e oncologia sperimentale del CNR,
socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei e
membro della commissione scientifica consultiva
dell’Airc, da tempo impegnato sui meccanismi
molecolari alla base di varie forme tumorali.
Ma anche fuori dal caso specifico (nel quale
peraltro il professore passa ai suoi ricercatori
la palla di eventuali falsificazioni di cui si
dice ignaro), altri dettagli dell’indagine,
sviluppata ora per competenza territoriale a
Napoli dall’aggiunto Francesco Greco e dalla pm
Stefania Buda, fanno intuire che il fenomeno è
talmente ampio da aver creato un mercato per
studi di computer grafica specializzati nel
taroccare la visualizzazione di test «su
richiesta di dipartimenti scientifici e
laboratori di ricerca»: un fotografo ha messo a
verbale che i ricercatori committenti “capita
siano presenti e dirigano le operazioni (...)”,
oppure “mandano un negativo e con foglio scritto
a mano ci chiedono quali parti delle immagini
isolare o spostare in posizione diversa
dall’originale”.
C’è un
doping fotoinformatico che trucca
persino gli studi sulle malattie ?
Una inchiesta delle Procure di Milano e
Napoli mostra come le immagini destinate
a comprovare gli esiti di ricerche sul
cancro, pubblicati da primarie riviste
scientifiche e utilizzati per rafforzare
il curriculum dei ricercatori in
concorsi pubblici e per concorrere a
finanziamenti erogati dall’Associazione
italiana ricerca sul cancro (Airc), in
alcuni casi sono stati manipolati al
computer con uno sconcertante photoshop.
Il caso concreto all’esame della
magistratura, segnalato dall’esposto di
un biologo molecolare ricercatore del
Cnr che ha trovato conferma nella
consulenza informatica affidata dai pm
milanesi Maurizio Romanelli, Francesco
Cajani e Antonio D’Alessio al professor
Sebastiano Battiato dell’Università di
Catania, riguarda otto pubblicazioni
prodotte fra il 2001 e il 2012 dal
gruppo di lavoro del professor Alfredo
Fusco, ordinario di patologia generale,
direttore a Napoli dell’Istituto di
endocrinologia e oncologia sperimentale
del Cnr, socio corrispondente
dell’Accademia dei Lincei e membro della
commissione scientifica consultiva dell’Airc,
da tempo impegnato sui meccanismi
molecolari alla base di varie forme
tumorali.
Nell’elettroforesi di gel si cerca
l’assenza, presenza, collocazione o
mutazione di proteine o geni ai quali si
ipotizza possa essere associato
l’insorgere di tumori. La consulenza
informatica, però, svela che, per
supportare quell’esito pubblicato dalle
riviste scientifiche, nelle immagini
rappresentative dei test sono state
duplicate o ribaltate porzioni di
immagini di proteine o di geni
«scattate» in tutt’altri test. E quando
sono stati perquisiti i laboratori di
Fusco e di una ricercatrice del suo
gruppo, Monica Fedele, nei «quaderni di
laboratorio» dei singoli esperimenti non
sono stati trovati gli originali delle
immagini corrispondenti a quelle
(manipolate) pubblicate negli articoli.
Un’altra teste ricercatrice ha
confermato agli inquirenti il contesto
di una mail ricevuta nel 2007 dalla
collega ora indagata insieme al
professore per le ipotesi di falso e di
truffa, la quale all’epoca le scriveva:
«Purtroppo il plasmide Atm, come
temevamo, non è buono. Ho parlato di
tutte le difficoltà con Alfredo (il
professor Fusco, ndr ).
Siccome gli esperimenti che dovevo fare
con questo plasmide sono essenzialmente
controlli di esperimenti che tu hai già
fatto e per il quale hai già fatto 1.000
controlli, lui si sente sicuro di quello
che viene affermato nel paper e mi ha
chiesto di modificare la figura
aggiungendo quei controlli anche se di
fatto non siamo riusciti a farli (...)
Spero tu sia d’accordo perché altrimenti
questo lavoro rischia di essere
bruciato. Ho bisogno che mi invii le
foto originali in un formato compatibile
con Photoshop».
E la destinataria di questa mail si
sfoga con un amico: «(...) In pratica se
un esperimento riusciva una volta e
dieci no, io dovevo decidere che andava
bene lo stesso e pubblicare l’unica
volta che era venuto bene come lo si
voleva far venire! (...)».
In effetti la difesa degli indagati, con
gli avvocati Arturo Froio e Gianfranco
Mallardo, oltre a contestare la
configurabilità della truffa sui
finanziamenti Airc perché essi sarebbero
legati al tema della ricerca proposta e
non ai suoi risultati, ribadisce che
comunque gli esperimenti sarebbero stati
fatti davvero, e con quegli esiti reali:
prospettazione che però non spiega
perché mai allora si dovesse truccarne
la rappresentazione.
Ma anche fuori dal caso specifico (nel
quale peraltro il professore passa ai
suoi ricercatori la palla di eventuali
falsificazioni di cui si dice ignaro),
altri dettagli dell’indagine, sviluppata
ora per competenza territoriale a Napoli
dall’aggiunto Francesco Greco e dalla pm
Stefania Buda, fanno intuire che il
fenomeno è talmente ampio da aver creato
un mercato per studi di computer grafica
specializzati nel taroccare la
visualizzazione di test «su richiesta di
dipartimenti scientifici e laboratori di
ricerca»: un fotografo ha messo a
verbale che i ricercatori committenti
«capita siano presenti e dirigano le
operazioni (...)», oppure «mandano un
negativo e con foglio scritto a mano ci
chiedono quali parti delle immagini
isolare o spostare in posizione diversa
dall’originale».
By Luigi Ferrarella - Tratto da:
corriere.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Gli studi clinici finanziati
dall'industria
farmaceutica riportano un quadro più favorevole
degli effetti di farmaci
(vaccini
compresi) e dispositivi medici rispetto a
quelli non sponsorizzati. Questa la conclusione (un po' come
scoprire l'acqua calda!) di una revisione riportata nel
nuovo numero della
Cochrane Library, database che raccoglie tutte le
revisioni sistematiche di Cochrane Collaboration.
I ricercatori hanno condotto una revisione sistematica di 48
studi che confrontavano farmaci e dispositivi medici con
placebo o altri trattamenti su una vasta gamma di malattie e
condizioni diverse, da malattie cardiovascolari a disturbi
psichiatrici. E dalla ricerca è emerso che gli studi
sponsorizzati dall'
industria farmaceutica
riportano maggiori benefici e minori effetti collaterali
rispetto agli studi non sponsorizzati.
"I nostri risultati suggeriscono che gli studi su farmaci e
dispositivi medici finanziati dall'industria
sono più spesso favorevoli ai prodotti dello sponsor -
spiega Andreas Lundh, ricercatore del Nordic Cochrane Centre,
Rigshospitalet a Copenhagen (Danimarca) - Questi risultati
supportano gli appelli della comunita' scientifica verso una
maggiore trasparenza su come vengono condotti gli studi
clinici, un migliore accesso alle informazioni e ai dati
grezzi".
I ricercatori suggeriscono che le linee guida e le
revisioni, incluse le revisioni sistematiche Cochrane,
dovrebbero migliorare la trasparenza dichiarando la
sponsorizzazione quando vengono riportati i risultati di
studi finanziati dall'industria e considerando il
finanziamento dall'industria farmaceutica un fattore che
aumenta il rischio di distorsioni nello studio.
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/14651858.MR000033.pub2/abstract;jsessionid=298C92D428924A3915D6CBE0329804F3.d01t01
Video, parla una biologa:
Medico falsifica i dati di
una sperimentazione clinica e finisce in carcere.
È la prima volta che scattano le manette a un ricercatore.
Succede a Edimburgo, in Scozia. La notizia è riportata dal
quotidiano inglese “The Independent” .
Steven Eaton, 47 anni, dipendente della filiale scozzese
dell’azienda
farmaceutica Usa, Aptuit, è stato condannato
a tre mesi di carcere, in base alle leggi sulla sicurezza
scientifica (Good laboratory practice), elaborate dall’Ocse,
e poi recepite dall’Ue e dal Regno Unito.
Con la sua truffa Eaton ha messo a rischio malati di cancro,
secondo l’accusa avrebbe infatti cambiato e alterato, per
sei anni, i dati analitici necessari a determinare la
concentrazione di farmaco da somministrare ai partecipanti
allo studio clinico, per assicurare il successo
della sperimentazione quando falliva.
Gli investigatori dell’Agenzia regolatoria sui farmaci e
prodotti per la cura della salute (Mhra) hanno scoperto che
Eaton, dal 2003, sceglieva quali dati riportare. “Con il suo
comportamento – spiega Gerald Heddel, direttore degli
ispettori dell’Mhra – ha influito direttamente sulla
validità degli studi clinici, e ritardato l’arrivo sul
mercato di diversi farmaci, tra cui uno per il trattamento
della depressione. I motivi del suo gesto non sono chiari.
Questa condanna è un messaggio chiaro: non esiteremo a
perseguire chiunque, con le sue azioni, può danneggiare la
salute pubblica”. -
Tratto da: blog.ilgiornale.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Per essere pubblicati sulle cosiddette riviste
“accreditate”, gli studi devono poter essere riprodotti,
e i dati grezzi e le procedure degli esperimenti resi noti.
Ma le regole sono rispettate raramente, solo nel 10 % degli
studi pubblicati !
Se si vuole pubblicare uno studio di biologia molecolare su
una delle maggiori riviste scientifiche - del calibro di
“Nature”, “Science”, “The Lancet” - da due anni a questa
parte è necessario condividere gli ingredienti e rivelare la
ricetta: immettere cioè in un database pubblico i dati
grezzi e le procedure che hanno portato ai risultati.
Quindi, grazie a queste informazioni, tutti gli ultimi studi
pubblicati sono virtualmente ripetibili. “Bene, proviamo”,
si è detto John Ioannidis della School of Medicine dell’Università
di Ioannina (Grecia) insieme a un gruppo internazionale
di ricercatori: “Prendiamo 18 studi in uno dei campi più
all'avanguardia della ricerca - lo studio dell’espressione
genica tramite microarray - pubblicati tra il 2005 e il 2006
su “Nature Genetics”, e vediamo per quanti potremmo davvero
ottenere gli stessi risultati”. Risposta: due.
Degli altri, sei possono essere riprodotti solo in parte o
con discrepanze, e dieci non sono riproducibili a causa
della mancanza o dell’inesattezza dei dati.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Negli studi molto ampi e
complessi i risultati che si ottengono spesso dipendono
dagli interessi economici che ci sono in gioco. Questi
studi difatti possono essere effettuati solo da grandi
organizzazioni che hanno il potere di pilotare i dati e i
risultati secondo la propria convenienza.
La Considerazione o meno di alcuni parametri piuttosto che
di altri, il restringimento o l'ampliamento delle condizioni
iniziali, lo spostamento o la fissazione degli elementi in
gioco, o altro ancora, fanno parte di tutto quel bagaglio
statistico che è in grado, a mo' di elastico, di produrre
qualsiasi risultato statistico di cui si necessita.
In questo stato di cose, è chiaro che chi ha più denaro può
dire quello che vuole e far passare per vere o efficaci
anche cose palesemente false e fallimentari.
Un esempio (English) - in
sintesi: falsita' sul
Tamiflu ed antivirali oltre al fatto che anche la
Roche effettua delle
frodi nei suoi
studi che sono falsificati
!
When it comes to selling chemicals that claim to treat
H1N1 swine flu,
the pharmaceutical industry's options are limited to two:
Vaccines and anti-virals.
The most popular anti-viral, by far, is Tamiflu, a drug
that's actually derived from a Traditional Chinese Medicine
herb called star anise, but
Tamiflu is no herb.
It's a potentially fatal concentration of isolated chemical
components that have essentially been bio-pirated from
Chinese medicine. And when you isolate and concentrate
specific chemicals in these herbs, you lose the value (and
safety) of full-spectrum herbal medicine.
That didn't stop Tamiflu's maker, Roche, from trying to find
a multi-billion-dollar market for its drug. In order to tap
into that market, however, Roche needed to drum up some
evidence that Tamiflu was both safe and effective.
Roche engages in science
fraud
Roche claims there are ten studies providing Tamiflu is both
safe and effective. According to the company, Tamiflu has
all sorts of benefits, including a 61% reduction in hospital
admissions by people who catch the flu and then get put on
Tamiflu.
The problem with these claims is that they aren't true. They
were simply invented by Roche.
A groundbreaking article recently published in the British
Medical Journal accuses Roche of misleading governments and
physicians over the benefits of Tamiflu. Out of the ten
studies cited by Roche, it turns out, only two were ever
published in science journals. And where is the original
data from those two studies? Lost.
The data has disappeared. Files were discarded. The
researcher of one study says he never even saw the data.
Roche took care of all that, he explains.
So the Cochrane Collaboration, tasked with reviewing the
data behind Tamiflu, decided to investigate. After repeated
requests to Roche for the original study data, they remained
stonewalled. The only complete data set they received was
from an unpublished study of 1,447 adults which showed that
Tamiflu was no better than placebo. Data from the studies
that claimed Tamiflu was effective was apparently lost
forever.
As The Atlantic reports, that's
when former employees of Adis International (essentially a
Big Pharma P.R. company) shocked the medical world by
announcing they had been hired to ghost-write the studies
for Roche.
It gets even better: These
researchers were told what to write by Roche !
As one of these ghostwriters told the British Medical
Journal: "The Tamiflu accounts had a list of key messages
that you had to get in. It was run by the [Roche] marketing
department and you were answerable to them. In the
introduction ...I had to say what a big problem influenza
is. I'd also have to come to the conclusion that Tamiflu was
the answer."
In other words, the Roche marketing department ran the
science and told researchers what conclusions to draw from
the clinical trials. Researchers hired to conduct the
science were controlled by the marketing puppeteers. No
matter what they found in the science, they had already been
directed to reach to conclusion that "Tamiflu was the answer."
Now, I don't know about you, but where I come from, we call
this "science fraud." And as numerous NaturalNews
investigations have revealed, this appears to be the status
quo in the pharmaceutical industry.
Virtually none of the "science" conducted by drug companies
can be trusted at all because it really isn't science in the
first place. It's just propaganda being dressed up to look
like science.
Sadly, even the CDC has been fooled by this clinical trial
con. As stated by author Shannon Brownlee in The Atlantic:
The Truth about Tamiflu:
http://www.theatlantic.com/doc/200912u/tamiflu
Tratto da: naturalnews.com
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Ecco cosa afferma il dott. F. Franchi:
"Il più grande ostacolo al progresso della scienza è il
monopolio che ne fanno gli esperti, tra i quali si crea una
rete (il cosiddetto establishment) che controlla i fondi per
la ricerca, le pubblicazioni, gli incarichi accademici, le
royalities per i test ed i farmaci, e mira a mantenere la
sua posizione dominante di successo evitando per quanto
possibile che altre idee, altre soluzioni, altre teorie
possano filtrare scalzando le loro.
La censura c’è, e mentre una volta i "dissidenti" venivano
fisicamente eliminati, oggigiorno lo stesso effetto viene
ottenuto escludendoli dal circuito scientifico e mediatico
che conta. Viene incoraggiata la raccolta di dati, una massa
di dati sempre crescente, mentre scoraggiata è la loro
elaborazione critica".
Tratto da:
http://www.dissensomedico.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
CONFLITTI di
INTERESSE - Se la trasparenza
è optional
Nelle pubblicazioni sui dispositivi coronarici, otto
volte su dieci i ricercatori nascondono i rapporti
con l’industria
farmaceutica. L'indagine su Plos One
vedi:
http://www.galileonet.it/news/9943/se-la-trasparenza-e-optional
vedi:
Limiti della Ricerca
+
Ricerca nelle mai dell'Industria
- 1
+
Ricerca nelle mani
dell'Industria - 2
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Scorrettezze etiche
per ottenere più finanziamenti.
Un
terzo degli scienziati Imbroglia…..
Un
editoriale, pubblicato su Nature, intitolato "I
cattivi comportamenti
degli scienziati", rivela allarmanti notizie sul
mondo scientifico.
L'inchiesta
è stata condotta dai National
Institutes
of Health su 3.600 ricercatori e 4.160
borsisti. Circa il
50% ha risposto ad una serie di domande che ha
messo in luce comportamenti
preoccupanti: per esempio, lo 0,3% ha affermato
di avere falsificato i dati o di averli
inventati e il 15,5%
ha modificato la linea e la metodologia di ricerca
per accontentare
chi finanziava lo studio.
In
totale, circa il
33%
di
coloro che hanno risposto alle domande
ha avuto
una condotta sleale.
http://www.aboutpharma.il/notizia.asp?id-86l9
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Ecco un esempio di come vengono condotte
molte ricerche scientifiche e come vengono
gestite le relative pubblicazioni.
Ma chi ci dice che non ci siano pubblicazioni
truccate alla base di
farmaci,
Vaccini e
terapie
ufficiali ?
Alla gente interessa sapere in che mani
siamo.....
Video su: ATTENTI alle Bufale degli "Studi
Scientifici":
http://www.pensiero.it/catalogo/scheda.asp?IDPubblicazione=475
Chi lavora alla sintesi delle prove scientifiche
si è reso conto che la maggior parte di ciò che
si legge e si dice nella scienza biomedica è di dubbia qualità.
Frutto di un gioco sporco.
Vi proponiamo una serie di video-pillole per
minimizzare il rischio di bufale, per imparare a
riconoscere le bufale e per difendersi da esse.
Introduzione
La presentazione di Tom Jefferson:
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_intro.html
"Bufala spotting": come diventare famosi in modo
disonesto - Il mio Impact Factor è più grosso
del tuo:
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v1.html
Come "imbottire" il proprio Impact Factor:
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v2.html
Esistono metodi alternativi al numero di
citazioni per valutare l'IF ?:
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v3.html
Che relazione c'è tra l'IF e la qualità del
lavoro scientifico ?:
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v4.html
La frode scientifica
Esiste il reato di frode scientifica ?:
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v5.html
Il caso del BMJ
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v6.html
Chi controlla i controllori ?
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v7.html
Studi, revisioni, riviste: come valutarli
?
Impressione clinica vs risultati di uno studio:
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v8.html
Le revisioni sistematiche e le metanalisi: come
valutare ?:
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v9.html
Un abstract chiaro è garanzia di qualità di uno
studio ?:
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v10.html
"Lifting" di un articolo in equilibrio tra forma
e sostanza:
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v11.html
Che percentuale di bufale c'è sulle riviste
scientifiche ?:
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v12.html
Referee, editor, lettere e...lifting
Le bufale degli editor o dei Refeere ?:
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v13.html
Referee in cieco: che senso ha ?:
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pillole_v14.html
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Ma quale ricerca scientifica
!
«Le
case farmaceutiche si
sono trasformate in imperi commerciali capaci di vendere
antidepressivi..., antidolorifici... e farmaci
anticolesterolo... con gli stessi metodi utilizzati da Coca
Cola o per vendere il Dash... Vendere farmaci, anziché
scoprirli, è diventata l'ossessione dell'industria
farmaceutica». Questo uno dei passi più incisivi
dell'introduzione del libro della Petersen (pagina14).
Emerge, clamorosa, un'anomalia: che senso ha indirizzare una
pubblicità così intensiva verso il malato ?
Questi viene considerato persona da curare o cliente da
allettare? Appare moralmente lecita una politica simile e la
parallela indifferenza delle autorità ? E poi: visto che
incidono fortemente sul prezzo, quanto costano al cittadino
le spese promozionali delle case farmaceutiche ?
Sono domande che tutti dobbiamo cominciare a porci, per
sapere che fiducia possiamo dare a costoro, ai loro
prodotti, a coloro che li prescrivono. Inoltre occorre
riflettere su un'altra stranezza, e cioè la doppia
pubblicità: quella rivolta ai medici e quella al cittadino.
Un assedio opprimente che negli USA ha raggiunto livelli
inimmaginabili e da noi si sta preparando a diventarlo, come
facilmente ravvisabile nel recente incremento della
pubblicità farmaceutica sui nostri teleschermi.
Tra il 1995 ed il 2000 gli impiegati addetti all'attività di
marketing nelle
aziende farmaceutiche
statunitensi erano cresciuti del 59%, mentre gli addetti
alla ricerca ed allo sviluppo dei farmaci erano diminuiti
del 2%: i promotori avevano così raggiunto le 87.210 unità
contro le 48.527 dei tecnici. Nel 2004 il boom: sono stati
assunti negli Stati Uniti 101.000 informatori farmaceutici
che visitano il medico portando una «pioggia di omaggi e
denaro contante» (opera citata, pagina 19). E' ovvio che dal
medico ci si aspetta riconoscenza, sotto forma di
prescrizione di farmaci.
Questa tendenza si era fatta evidente già dal finire degli
anni '70, ma, come osservò il dottor Steven N. Wiggins,
docente di Economia presso un rinomato ateneo americano, «i
ricercatori avevano cominciato a perdere la loro influenza
all'interno delle grandi società farmaceutiche già alla fine
degli anni sessanta».
Pierre Simon, ricercatore universitario prima, responsabile
della ricerca presso la francese Sanofi poi, dichiarò allo
storico della medicina David Healy: «All'inizio l'industria
farmaceutica era in mano ai chimici. Ora appartiene a
persone che hanno un master in Business Administration o
qualcosa del genere, gente che potrebbe dirigere allo stesso
modo Renault, Volvo o qualsiasi altra società. Bisogna
vedere la quantità di denaro che il settore farmaceutico
spende per condurre ricerche su farmaci-fotocopia, la cui
efficacia a volte è minore. Parliamo di utilizzare il 70-90%
di tutto il denaro destinato alla ricerca per finalità che
esulano dall'innovazione. E' uno spreco di denaro
terribile».
Ma torniamo alla foglia di fico dei costi della ricerca.
Questi sono assai contenuti - ammettendo per un istante che
si intenda fare davvero ricerca scientifica - ed inferiori
ai costi vivi che, comprensivi di oneri di acquisto delle
materie prime, spese di produzione e confezionamento,
raramente superano il 10% del totale. A questo punto è
opportuno approfondire la natura del marketing e
dell'attività promozionale.
Cominciamo con le... quisquilie.
Gli esponenti della Tap Pharmaceutical Products - si tratta
solo di un esempio emblematico di costumi più sistematici
che diffusi – facevano omaggio di televisori,
videoregistratori e biglietti per spettacoli a Broadway ai
medici che prescrivevano una loro specialità. Se un medico
doveva trasferire il proprio studio, ecco arrivare con
fulminea tempestività i rappresentanti della ditta con un
assegno rotondo; se voleva incrementare le proprie entrate,
non mancava l'affettuosa offerta di consulenza gratuita,
fornita da esperti che ordinariamente chiedevano onorari
anche di 25.000 dollari.
La tolleranza di pratiche di dubbia correttezza e legalità
ha poi portato alla mancanza di quel minimo di ipocrita
decenza che solitamente costituisce il belletto dei
disonesti di marca. Ci riferiamo a molti congressi
scientifici (sic), che assomigliano molto di più a fiere e a
saghe paesane che a convegni: poco ci manca che,
aggirandosi per le sedi di questi coacervi di intellighenzia
scientifica, non si venga avvolti dall'acre fumo di
porchetta rosolata o dal dolciastro aroma dei fusi di
zucchero filato, mentre concionatori dalla lingua sciolta
magnificano le virtù dell'ultima padella antiaderente o di
un avveniristico sbucciapatate. E non si tratta certo di
cose nuove. Già all'inizio degli anni cinquanta un docente
universitario, amico del professor Luigi Di Bella,
riferendosi all'ambiente osservato in un congresso, gli
scriveva sdegnato:
«... Le
case farmaceutiche
premono per esporre le loro bancarelle». Ma, bancarelle a
parte, migliaia di medici e papaveri accademici, una volta
salvate le convenienze con fugaci apparizioni nelle sedi
congressuali, di giorno si crogiolano al sole di
scientificissime spiagge tropicali, dedicandosi col vespro
all'estatica degustazione di ostriche fresche e rosee
aragoste innaffiate da champagne francese d'annata; per
ritemprare infine le esauste mandibole riposando, da soli o
con accompagnatrici congressuali, in magnifiche suite di
alberghi a cinque stelle, totalmente spesati dal grande
cuore e dall'ancor più capace portafogli degli industriali
farmaceutici.
Questa è prassi corrente, non episodica forzosamente
generalizzata.
Avete qualche perplessità o dubbio? Dirimiamoli insieme
affidandoci ad uno degli innumerevoli episodi a suffragio,
preso a caso.
Miami Beach, 2004: si tiene un convegno formativo di
dermatologia. I partecipanti possono godere il panorama
marino dalle finestre di un lussuoso hotel che si affaccia
sulla South Beach. Il depliant consegnato ai
congressisti-bagnanti recita:
«Per cominciare, avrete l'occasione di farvi fotografare
insieme a numerosi pappagalli esotici. Nel corso del
ricevimento, un illusionista girerà tra la folla,
sorprendendo gli invitati con i suoi trucchi strabilianti,
mentre un gruppo di acrobati vi lascerà senza fiato con uno
spettacolo assolutamente incredibile! Potrete servirvi ad un
ricco buffet con cibo e cocktail locali, da gustare sulle
note di una tipica orchestra da spiaggia e delle sue
canzoni. Naturalmente, la pista da ballo è a vostra
disposizione».
Si riempirebbero più libri che pagine di esempi sconfortanti
e – si badi bene - non tratti da semplici indiscrezioni o
testimonianze sporadiche, ma da documenti di rango assoluto.
Nel corso di lavori di una apposita commissione al Senato
americano furono verbalizzati episodi vergognosi e
generalizzati. Basti quello costituito dall'operato della
American Home Products, una grossa casa farmaceutica del New
Jersey, che da poco aveva ottenuto l'approvazione di un suo
prodotto, l'Inderal LA, versione fotocopiata di un farmaco
ideato vent'anni prima. I medici che prescrivevano l'Inderal
a cinquanta pazienti, compilavano un modulino fornito loro
dalla American H.P. ed ottenevano subito un volo gratuito
della American Airlines per qualsiasi città del Paese.
La Roche, per non esser da meno, offriva 1.200 $ ai medici
che prescrivevano il Rocephin ad almeno 20 pazienti, mentre
la Sandoz spediva assegni da 100$ a qualunque medico
accettasse semplicemente di leggere un articolo di un paio
di pagine dove si magnificavano i risultati di un proprio
farmaco per la cura della psoriasi (risultato poi inefficace
ed estremamente tossico).
I rapporti con emittenti TV e la stampa risultano descritti
nei verbali di un'apposita commissione, prima presieduta dal
senatore Kennedy. Per dribblare i pur platonici controlli
della FDA, le case farmaceutiche fornivano alle televisioni
filmati per promuovere i loro prodotti, abilmente presentati
come fossero stati realizzati dai giornalisti delle
emittenti. Lasciamo la parola alla Petersen: «Negli spezzoni
dei filmati comparivano spesso medici dalla parlantina
forbita, pazienti riconoscenti e grafici complessi elaborati
a computer. I copioni distribuiti insieme ai filmati
contenevano suggerimenti destinati ai giornalisti di studio
su come presentare la notizia, quali domande porre e come
concludere il servizio per farlo apparire come un fatto
vero».
Aggiungiamo che noi italiani - oggi ridotti a mimi/imitatori
dei costumi stranieri - ci apprestiamo ad adottare questo
stile pubblicitario, che sta infettando anche altre
categorie di produttori.
Cominciano quindi ad affacciarsi yoghurt che diminuiscono
del 43% (non un 40% o 45%...) la stipsi, o colluttori che in
un mese riducono del 31% (assai più incisivo di un prosaico
30%) la carie, e così via.
Hanno imparato come far cantare la stonata sirena delle
statistiche che, per cifre spezzate, appaiono molto più
scientifiche, frutto di meticolosissime indagini: più o meno
sulla falsariga di quelle delle virtuali guarigioni dal
cancro.
Non siamo giunti comunque al vero cuore del problema. Fin
qui abbiamo passato in rassegna esempi di malcostume,
scorrettezza, assenza di etica professionale: che ci sono
stati, ci sono e ci saranno sempre.
La gravità inaudita, eversiva, riguarda questa Grande Piovra
che allunga i suoi viscidi tentacoli dovunque, obnubila con
la nuvola nera del suo secreto, avvelena, corrompe, dissolve
ogni argine eretto a
difesa della salute e della civiltà. Non esagerazione
maniacale, ma palese e concreta evidenza originano queste
righe.
Marcia Angell: «Un recente sondaggio ha rilevato che circa i
due terzi dei centri medici accademici hanno rilevanti
partecipazioni nelle aziende che sponsorizzano la ricerca
all'interno della stessa istituzione. Una inchiesta sul
settore universitario medico ha scoperto che i due terzi dei
cattedratici dovevano il loro incarico alle aziende
farmaceutiche e che i tre quinti avevano ricevuto da queste
incarichi personali».
M. Petersen: «La tragedia non sta nei medicinali, ma nel
marketing e nel potere senza precedenti che queste società
attualmente detengono sulla pratica medica».
R. Moynihan: «Le case farmaceutiche hanno generosamente
sovvenzionato. ospedali, università, scuole di medicina,
associazioni mediche, agenzie governative e praticamente
qualunque organizzazione desiderassero avere a fianco».
E, come non bastasse: «Dato che le aziende farmaceutiche
pretendono, come condizione per erogare un finanziamento, di
essere capillarmente coinvolte in tutti gli aspetti della
ricerca che sponsorizzano, è facile per loro introdurre
falsificazioni dirette a far apparire i loro farmaci
migliori e più sicuri di quel che sono. Prima del 1980
veniva data ai ricercatori universitari una totale autonomia
nella conduzione dei lavori, ma ora le case farmaceutiche
impiegano spesso i loro dipendenti ed i loro agenti nel
progettare gli studi, eseguire i test, scrivere i lavori, e
decidere se e in quale forma pubblicare i risultati.
Talvolta le facoltà mediche procurano ricercatori che sono
poco più che manovali, per cui l'arruolamento di pazienti e
la raccolta dei dati seguono le direttive dell'azienda. In
considerazione di un controllo simile e dei conflitti di
interesse che permeano la ricerca, non c'è da meravigliarsi
che i risultati negativi degli studi sponsorizzati dalle
case farmaceutiche (e pubblicati su riviste scientifiche a
loro tornaconto), non vengano in gran parte resi noti,
mentre la pubblicazione di quelli positivi venga riproposta
in altri lavori appena variati nella forma; oppure che
quelli negativi vengano presentati come positivi. Per fare
un esempio, un controllo su 74 studi clinici relativi ad
antidepressivi, ha svelato che 37 su 38 risultati positivi
siano stati pubblicati, ma 36 dei 37 negativi o sono stati
occultati o pubblicati spacciandoli per positivi. Non è poi
raro che un documento pubblicato focalizzi l'attenzione
sull'effetto secondario che sembra più favorevole».
Il sunto drammatico della situazione può rintracciarsi nel
discorso di apertura tenuto dal dottor Erling Refsum,
esponente della Nomura International, nel corso del quale
egli disse fra l'altro: «Le grandi case farmaceutiche si
fondano ormai sulla finanza. Ciò che fanno non ha nulla a
che spartire con la ricerca, ma ruota intorno al calcolo
degli utili per azioni ed alla soddisfazione delle
aspettative degli azionisti. Scoprire nuovi farmaci non
interessa a queste società, perché per loro ciò che stanno
realmente vendendo non ha la minima rilevanza. L'importante
è guadagnare» (Life Sciences, Università del Michigan, 8
febbraio 2002.
Il video del discorso è disponibile su:
www.zli.bus.umich.edu/events_programs/featured_event.asp).
Ancor più esplicito il lapidario responso rilasciato nel
corso di un'intervista del 2003 da Alex Hittle, analista di
A.G. Edwards: «Circola una battuta secondo cui si rischiano
due possibili disastri, quando si fanno dei test clinici. Il
primo è uccidere le persone, il secondo guarirle»
(International Herald Tribune, 1 marzo 2003).
Eccovi presentata la tanto reclamizzata e dogmatizzata EBM (Evidence-Based
Medicine). Le ovvie, incontestabili conclusioni di questa
esasperata ed esasperante colonizzazione le trarremo nella
chiusura di questo scritto, avvilita ceralacca che suggella
una disamina mai condotta dai mezzi di informazione, specie
nostrani, senza giri di parole, distrazioni e lacune
omertose.
Conclusione: poiché sul prezzo del farmaco incidono
marginalmente i costi vivi, in misura prevalente quelli di
marketing e penetrazione in ogni tessuto sociale ed
istituzionale, noi contribuenti siamo forzatamente costretti
a pagare il sovvenzionamento della corruzione!!!
Come osserva la Petersen, «Mentre i pazienti si ritrovano
con le tasche vuote, i produttori di farmaci nuotano
nell'oro».
§ 2. Inventare malattie
»Persino ai cani viene somministrato il Prozac se abbaiano
troppo alla luna». Come prologo non ci sembra male.
Ma, psicofarmaci a parte, potremo constatare come non vi sia
funzione dell'organismo o parte del corpo sulle quali non si
sia sbizzarrita la rapace fantasia dei mercanti di pillole.
Fantasia, a dire il vero, bolsa e un po' ammuffita, dato che
noi italiani, meno ingenui e più smaliziati degli americani,
tendiamo - se stiamo bene - a sorriderne, condendo l'ilarità
con qualche salace battutaccia toscaneggiante. Il guaio è
che quando si accusa qualche problema di salute,
sopravalutato o sottovalutato che sia, il senso critico (e
quello dell'umorismo) di qualsiasi persona si appanna e
rende tutti potenziali prede di queste poiane che planano su
di noi, lente e pazienti - sapete - pronte a focalizzare il
primo segno di malessere, la prima smorfia che ci storce la
bocca e scendere in picchiata sulla nostra salute ed il
nostro portafogli.
Dato che l'assurdità (ed a volte la ridicolaggine) di certa
neo-diagnostica è difficile da camuffare, si ricorre ad uno
stratagemma di sicura presa, efficace quando certe
magniloquenti nomenclature fanno cilecca: gli acronimi.
Papale papale, ecco l'opinione della Petersen: «Per
inventare nuove malattie o ingigantire le preesistenti, le
aziende affibbiano loro denominazioni altisonanti attraverso
acronimi». Se poi questi sono desunti dall'americano...
meglio ancora. Sa di arcano, sa di importante, sa di vero...
Se una persona semplice ascolta un critico d'arte (altro
velo pietoso) magnificare una crosta sfregiata da segni
inconcludenti - una di quelle solenni porcherie a caro
prezzo che deturpano pareti di case e
di gallerie d'arte contemporanea (e che uno scimpanzè
riuscirebbe a dipingere probabilmente meglio,... pardon.,
meno peggio del divino) - tra un parolone e l'altro si
convincerà di chissà quali criptici valori celati nel
brutalizzato rettangolo di tela. Ammetterete che analoghe
sciocchezze recitate da qualche ieratico personaggio dal
camice bianco immacolato ed appena stirato, bene impomatato
e pettinato da abili truccatori, che spari disinvolto tutta
una serie di neopatologie con impeccabile pronuncia, ha
buone probabilità di far presa sul pubblico più ingenuo:
quasi intimorito perfino all'impulso di chiedersi «ma che è
'sta roba ?».
Cerchiamo quindi di rimanere seri e iniziamo il carosello.
Nel 2003 Vince Parry, esperto di marchi farmaceutici,
scrisse su una rivista scientifica che la capacità di creare
nuove malattie aveva toccato «. livelli di sofisticazione
mai raggiunti prima». Non si tratta infatti di un disegno
inedito, ma solo di un'esasperazione di tendenze
manifestatesi agli albori dell'industrialismo farmaceutico.
- L'alitosi. Alias: alito cattivo eretto a condizione
patologica. Siamo agli inizi degli anni venti, quando il
colosso farmaceutico Warner-Lambert fa questa pensata per
aumentare le vendite di un proprio farmaco, ovviamente
inefficace a risolvere un problema che, una volta curata
l'igiene dentale oppure rinunciando a strapazzare il proprio
fegato, magari sparirebbe: il Listerine. Risultato: la
Warner riesce a vendere un quantitativo di Listerine 40
volte superiore a quello ante alitosi ! Fu creato anche uno
slogan, emblematico del tempo, che evidentemente fece presa,
soprattutto sulle donne americane: «Messaggio per 5 milioni
di donne in cerca di marito: com'è il vostro alito oggi ?».
Un semplice esempio, ma valido per completare, anche
storicamente, questa rassegna. Ma ora proseguiamo con
l'attualità.
- GERD. Siete curiosi di sapere di che diavolo si tratti? E'
l'acronimo di sindrome gastro-esofagea da reflusso. Detta
così, una cosa importante. Tolti gli orpelli si riduce al
bruciore di stomaco.
Ma dire sono affetto da sindrome gastro-esofagea da reflusso
è tutt'altra cosa del plebeo ho bruciore di stomaco. E
caspita, c'è di mezzo l'autorevolezza del malato! Ed il
problema, che un coscienzioso medico di famiglia
risolverebbe con un opportuno regime dietetico e un po' di
bicarbonato, si trasforma in un caso da indagare con
carrettate di analisi, -s copìe varie, indagini di ogni
genere. Inutili, quando non potenzialmente dannose, e
costose: per le casse dello Stato, la collettività ed il
paziente dal ruttino allo zolfo. Ma remunerative per altri.
Autori ben più autorevoli di noi la pensano alla stessa
maniera: «... pillole, iniezioni o interventi chirurgici
possono anche provocare più danni della malattia stessa.
Persino gli esami. con aghi, endoscopie, TAC e radiazioni
possono danneggiare la salute». E' mai ammissibile la
frequenza con la quale vengono effettuate, in particolare,
colonscopie, rettoscopie, gastroscopie, per giunta con
immotivate, frequenti (e pericolose) biopsie ? Ma la
semeiotica e l'esame
obiettivo, dove sono finiti ?
Per decenza, evitiamo di rivelarlo.
Torniamo ora alla genesi dello Gerd. Sigla che si deve ad un
ragioniere. Inutile strabuzzare gli occhi: è così. Paul
Girolami era entrato in Glaxo come contabile ed aveva fatto
carriera, divenendo direttore nel 1980. All'uscita dello
Zantac, prodotto antiulcera assai noto e diffuso, Girolami
considerò che gli americani sono appassionati consumatori di
pizza (la loro pizza... s'intende), patatine fritte, hot
dog, pollo fritto, porcherie assortite ed altri cibi
spacca-stomaco: di conseguenza, trasformare i bruciori e
l'acidità di stomaco in una malattia acuta e cronica e
presentare un farmaco come specificamente studiato per
curare il Gastroesophageal Reflux Desease poteva riempire
d'oro la Glaxo.
Una ricerca statistica, commissionata alla società Gallup,
rivelò che il 44% della popolazione statunitense accusava
ogni mese bruciori di stomaco: senza perdere tempo venne
varata una campagna pubblicitaria titolata «Bruciori di
stomaco in tutta l'America» ! Girolami non amava fare le
cose a metà, per cui la Glaxo assoldò l'attrice Nancy Walker
perché raccontasse che dopo inenarrabili peripezie causate
dai suoi riflussi acidi aveva risolto il problema con lo
Zantac.
I dirigenti Glaxo fecero anche di più: crearono L'Institute
for Digestive Health, allo scopo di incapsulare le fregole
commerciali sotto il manto di un'istituzione presentata
quale autorevole ed autonomo ente accademico-scientifico. Ai
margini di questa offensiva, supportata da risorse evocanti
la campagna di Guadalcanal, una talea del Gerd. Uno degli
accademici pagati da Glaxo, Donald O. Castell, primario di
gastroenterologia, raccontò nel 1989 al New York Times che
la casa farmaceutica gli aveva dato 15.000 $ per condurre
uno studio: val la pena approfondire. Lo studio consisteva
nel reclutare una dozzina di podisti, far mangiare loro
cornflakes, latte, una banana e succo d'arancia, seguìti da
una compressa di Zantac, e mandarli a correre.
Ebbene, il farmaco somministrato preventivamente scongiurava
il... riflusso del corridore, neopatologia marcata anch'essa
Glaxo. La sensazionale notizia venne diffusa in tutto il
mondo grazie ad un'agenzia ingaggiata allo scopo, la Ketchum
Communications.
Glaxo divenne la più grossa casa farmaceutica britannica, la
regina Elisabetta nominò baronetto Girolami, e la stessa
Glaxo, grata e commossa, commissionò una statua in bronzo
(tutta in bronzo, non solo il viso) ad uno scultore di fama:
l'effigie di Sir Paul Girolami troneggia oggi nel quartier
generale della società. Sic transit gloria mundi.
- DE. Un acronimo di due lettere risulta particolarmente
incisivo. Andiamo allo sviluppo: Disfunzione Erettile! Un
problema fisiologico per uomini di una certa età, patologico
se si manifesta precocemente.
Le cause - si sa - possono essere tante e, come bisognerebbe
fare sempre prima di azzardarsi a prescrivere qualsiasi
farmaco, occorrerebbe decifrarle con precisione, senza
limitarsi alla pur imbarazzante sintomatologia. Ma di solito
ci si accontenta di qualche rapida descrizione, fatta ad
occhi bassi, per diagnosticare una DE e, seguendo
diligentemente le linee-guida, prescrivere il farmaco
block-buster (campione d'incassi) a ciò deputato. Ci
occuperemo più avanti di questa categoria di prodotti e del
loro retroterra economico.
- PMMD. Qui voliamo verso l'empireo: siamo di fronte alla
sindrome premestruale. Che cos'è? Tutte le donne (ed i loro
partner), sanno bene come i disturbi che precedono ed
accompagnano il flusso mestruale, dal menarca alla
menopausa, siano antipatici, alterino l'umore ed
incrementino l'irritabilità. E' un fenomeno fisiologico,
prima ancora che psicologico, le cui cause sono state
individuate da tempo e dovrebbero essere conosciute da
qualsiasi studente di medicina. Ma la fisiologia è nemica
del profitto delle vendite: tale considerazione ha portato
(anche) a coniare il PMMD.
Già negli anni sessanta si era iniziato a parlare di SPM
(Sindrome Premestruale), volendo riunire una serie di
sintomatologie psicologiche e fisiche (tra le quali la
ritenzione idrica) che accomunavano molte donne, senza
volerne forzare l'accezione in una patologia per la quale
sfornare appositi medicinali. Si era affacciata, a dire la
verità, una siglatura di barocca insulsaggine (LLPDD:
disturbo disforico della tarda fase luteinica), ma, al di là
dell'offrire a medici di deprimente mediocrità un escamotage
terminologico per apparire autorevoli e colti, non si era
andati.
All'inizio del 2000, una campagna di quelle che vengono
definite informative mise in allarme milioni di donne nei
confronti del disturbo disforico premestruale. I media
abboccarono o accettarono di
abboccare alla immissione sul mercato del Prozac in
confezione civettuola, con capsule rosa e lavanda ed il nome
d'arte di Sarafem: specialità presentata quale cura per
questa nuova malattia. Al solo scopo di favorire la
divulgazione scientifica... la direzione marketing della Ely
Lilly commissionò anche spot televisivi a società
pubblicitarie esperte nel lancio di marche di caffè,
elettrodomestici, autovetture, cellulari. Volete un saggio ?
Uno di questi spot riprende una donna, in evidente stato di
nervosismo, che tenta di liberare il carrello della spesa
dal groviglio degli altri. A questo punto interviene una
voce fuori campo: «Pensi che siano semplici sbalzi di umore
dovuti al ciclo ? Potrebbe trattarsi del disturbo disforico
premestruale».
R. Moynihan e A. Cassels scavano più a fondo sulle
motivazioni che portarono alla PMMD. La verità è che a fine
'98 stava per scadere il brevetto della fluoxetina
(principio attivo del Prozac), con la inevitabile comparsa
di generici meno costosi. La Lilly organizzò quindi una
roundtable a Washington, presenti anche esponenti della FDA,
e partì l'offensiva sopra evocata.
Noi europei, forse perché nei secoli ne abbiamo viste di
tutti i colori, siamo meno sensibili a queste cretinate, ed
a volte le istituzioni sanitarie del vecchio continente ne
tengono conto. Nel dicembre 2003 gli organi di vigilanza
europei inibirono alla Lilly il prosieguo della
commercializzazione del Prozac per i disturbi premestruali,
dichiarando che si trattava di una «patologia non ben
definita». Semel in anno licet sanire.
- FSD. La disfunzione sessuale femminile (Female Sexual
Disfunction).
Non chiedeteci lumi sulla nozione di FSD: mai precisamente
definita.
Quest'ennesima conquista scientifica non fu frutto di una
singola casa farmaceutica. Forse la forzatura apparve tanto
grossa da consigliare di adibire a levatrice della bufala un
convegno internazionale. Come, d'altronde, si era fatto per
il DE visto prima. Tecnica già collaudata: un sondaggio (?)
stabilisce che il 46% delle donne ne soffre. Nella Blue Room
del Palais des Congrès di Parigi, il 30 giugno 2003,
nell'ambito di un sontuoso Congresso Internazionale sulle
disfunzioni sessuali, si accese un dibattito sull'argomento,
sponsorizzato dalla Pfitzer con «una borsa di studio senza
limitazioni».
Siccome non tutti sono disposti a recitare la parte del
giullare ed alcuni congressisti ritenevano che la misura
fosse ormai colma, alcuni partecipanti respinsero la sola
idea «... che esistesse una malattia con questo nome e
stavano conducendo una campagna per smascherare il ruolo che
secondo loro le case farmaceutiche avevano nella sua
invenzione» (Moyhnian e Cassels, Farmaci che ammalano,
pagine 227-228).
Singolarità: il moderatore del dibattito e due oratori
schierati a difesa dell'esistenza e plausibilità della FSD
avevano lavorato come consulenti esterni della Pfitzer. In
un successivo congresso a Boston, la precisissima e
puntigliosa percentuale del 46% si trasformò in una forbice
possibilista «tra il 20 ed il 50%», e fu sancito che la
nuova definizione dovesse essere adottata negli ambienti
medici e psichiatrici. Casuale... la sponsorizzazione del
congresso da parte di 8 case farmaceutiche ed il fatto che
18 dei 19 sostenitori della FSD avessero «legami finanziari
o di altro tipo con un totale di 22 società» (opera citata
pagina 235). L'anno dopo, altro congresso a Boston, sempre
sullo stesso tema.
Qui un
controllo tanto al braccio (alzata di mano quale risposta
alla precisa domanda) rivelò che la metà dei partecipanti
era aggiogata all'industria farmaceutica.
Evitiamo di citare i numerosissimi congressi organizzati in
ogni dove picchiando sempre sullo stesso tasto, alcuni dei
quali – abbandonata la sagrestana prudenza - nella stessa
sede della Fondazione Pfitzer, e l'arruolamento di ausiliari
di ogni genere: sociologi, opinionisti, luminari al neon,
giornalisti ed associazioni di femministe furibonde nei
confronti degli uomini e del mondo intero.
Il mercato sarebbe (ed in parte è) di enorme appetibilità:
cerotti al testosterone, farmaci a base di estrogeni
(efficacissimi fattori cancerofili: quindi fonti di
potenziale, ulteriore, successivo business oncologico),
psicofarmaci. Ed ovviamente non può mancare il micro
business (micro rispetto alle vendite di farmaci) costituito
dall'onorario di ginecologi, psicologi, psicanalisti e
para-psico-parassiti vari. Lapidariamente qualcuno ha
riassunto in poche righe il succo del discorso: «Le società
farmaceutiche stanno cercando nuove malattie, in base ad
ampie analisi delle opportunità di mercato non sfruttate,
già riconosciute oggi o promosse come tali domani. Gli anni
venturi assisteranno in misura crescente alla creazione di
malattie sponsorizzate dalle società farmaceutiche» (New
England Journal of Medicine, volume 346, pagine 524-526).
L'invito più saggio ci sembra quello di Jean Endicott,
intervistato da Ray Moynihan: «Non fatevi ingannare dal
marketing sovvenzionato dalle case farmaceutiche camuffato
da scienza o da informazione». In conclusione: il business
continua florido anzi che no, ma il concetto di FSD ha fatto
flop.
- L'iperattività vescicale. Molti lettori non avranno
mancato di osservare come la proliferazione di queste
corbellerie è dovuta all'inescusabile complicità di parte
della classe medica, a sua volta particolarmente favorita,
oltre che dal sensuale fruscio delle banconote, da una
rigogliosa ignoranza. La corbelleria di turno viene ideata
dal colosso farmaceutico Pharmacia e sostenuta da una
forsennata campagna promozionale senza scrupoli. Già nel
1998 i telegiornali avvisavano che c'era una nuova epidemia
che colpiva un americano su quattro: «Misteriosamente, i
servizi iniziarono a susseguirsi sui media poche settimane
prima che nelle farmacie arrivasse un nuovo farmaco per
questa malattia, una compressa bianca chiamata 'Detrol' »
(opera citata, pagina 27).
Il bello è che cinque anni dopo il presidente di Pharmacia,
Neil Wolf, intervenendo al Pharmaceutical Marketing Global
Summit (titolo che è già un programma), si sarebbe vantato
di questa truffa, gonfiandosi d'orgoglio come un tacchino.
La prima slide proiettata recava il titolo dell'intervento:
«Posizionare il 'Detrol' - creare una malattia». Affermò
quindi: «Volevamo che la gente leggesse qualcosa sul
Reader's Digest e andasse dal medico dicendo: ho questo
problema».
Da quale sfrido cerebrale nasce l'iperattività vescicale? La
genesi è nella bava; bava monetaria che cola dalle fauci,
visto che gli industriali farmaceutici sembrano tutti
affetti da quel prognatismo che caratterizza bulldog e cani
mastinoidi. Ricostruiamo il percorso logico-filosofico della
pipì-syndrome. L'incontinenza è un problema numericamente
limitato e prevalente in una fascia alta d'età. Il che
significa minor numero di potenziali acquirenti; il che
significa meno vendite e utili. Una rapida stima porta a
considerare che l'incontinenza viene curata con farmaci di
basso prezzo e frutta appena 40 milioni di dollari l'anno,
cifra per morti di fame e squalificante per un'azienda
farmaceutica di grosse dimensioni. Allora una lampadina si
accende, abbagliante, sulla cervice di Wolf. Bisogna vendere
il Detrol a venti milioni di americani, convincendoli che il
bisogno naturale di fare pipì è fastidioso, sgradevole,
innaturale. In una parola: è una malattia. Tutti coloro che
sentono il bisogno di mingere 9-10 volte al giorno sono
costretti - disse Wolf - ad adottare comportamenti
definibili mappatura della toilette, evacuazione preventiva.
Ecco, tenera, premurosa, materna, che Pharmacia arriva a
liberare i neomalati dalla schiavitù della pipì.
Approfittiamo di questo episodio di UM (Uric-Marketing: ci
si vuol negare il diritto di coniare anche noi acronimi?)
per fare luce sulle strategie ormai consolidate nel
breviario-manuale farmaceutico. Nel Pharmaceutical Marketing
Congress del 2002, Eric Pauwels, dirigente della Bayer,
moderò una discussione sulle Strategie di marketing
precedenti al lancio del prodotto.
I congressisti si trovarono d'accordo sul fatto che era
indispensabile «... arruolare i dottori con ampio anticipo
di mesi, se non anni prima della presunta data di
approvazione del farmaco stesso». Pauwels osservò: «Quante
volte, alla vigilia del lancio di un medicinale, abbiamo
dovuto trovare qualcuno che ne parlasse?». Si convenne da
parte di tutti che non era necessario né conveniente
ricorrere a grossi nomi, ma, anzi, risultava preferibile
trovare una rosa di medici «... disponibili ad affermare che
il prodotto X era migliore del prodotto Y»: si sarebbe
pensato poi a «costruire la loro reputazione all'interno
della comunità scientifica» e farne dei novelli luminari.
Insomma, trasfigurando questa realtà nella nota favola
oraziana, si fanno diventare topi di città i topi di
campagna. E si risparmia pure, perché i servitori di
provincia costano molto meno dei grandi servi in livrea dei
capoluoghi. Nessuna preoccupazione se, col tempo, i primi
sprimacceranno i loro magnanimi lombi sugli scranni
accademici: sono dei soli, ma soli compromessi, che possono
quindi tramontare con la stessa velocità con la quale sono
sorti. Per inciso, il lettore è così in grado di comprendere
come personaggi ossessivamente chiamati in ballo da testate
giornalistiche o ripresi dalle telecamere lascino in
struggente incertezza.
Incertezza che deriva dal loro aspetto e che è tutta
questione di numeri: sì, il numero degli anni di carcere ai
quali vien spontaneo pensare siano stati condannati. Questi
astri di etica e cultura medica vengono definiti (e ci
scappa un altro acronimo) KOL: Key Opinion Leaders, leader
di pensiero scientifico. Tenetelo bene a mente: KOL !
Ma andiamo avanti.
Pharmacia individua senza difficoltà un nutrito drappello di
medici disponibili, li arruola e li fa partecipare a due
simposi tenutisi a Londra nel 1997 e nel 1999, pagando anche
per ottenere la pubblicazione sulla diffusa rivista Urology
degli atti congressuali.
La ditta «. copriva la maggior parte, se non la totalità,
delle spese dei simposi londinesi e pagava anche i medici
che vi si presenziavano... .altri vennero pagati per
eseguire test clinici o scrivere articoli per le riviste
mediche» (opera citata, pagina 43).
Il primo supplemento di Urology del dicembre 1997 riportava
30 articoli, per la maggior parte scritti dagli arruolati
della società.
C'è da chiedersi come mai una rivista scientifica rinomata e
diffusa si sia prestata a queste mistificazioni.
La triste realtà è che sono poche quelle davvero autonome e
indipendenti (in misura più o meno parziale), molte quelle
partecipate da multinazionali del farmaco o da loro
collegate. Gli esempi di British Medical Journal o del New
England Journal of Medicine sono purtroppo assai
circoscritti.
Parleremo prossimamente del prezzo che avrebbero pagato gli
incauti consumatori di Detrol per (non) liberarsi da questo
asservimento.
Ricordando una celebre battuta fantozziana a proposito della
Corazzata Potëmkin, verrebbe da definire tale operato una
pis...ta pazzesca.
- IBS. Sindrome da intestino irritabile (Irritable Bowel
Syndrome). Inutile dire che anche questa chicca, con la
quale concludiamo la presente rassegna (non esaustiva, ma
solo rappresentativa), nasce da una rozza prospettiva
mercantile. E' chiaro che si tratta di mistificazione. Che
non sarebbe mai passata ai tempi della grande medicina:
quella di Murri, Albertoni, Lussana, Moscati, Cardarelli,
Frugoni, Campanacci. Quando l'ammalato si visitava non
soltanto, ma prima di tutto, con dita, occhi, orecchi; i
sintomi erano considerati segni di malattie, non malattie;
la mente del medico elaborava, cucendo formule chimiche con
nozioni di fisiologia, biologia, biofisica; e la
prescrizione nasceva da un profondo processo di logica e di
cultura applicata, non dal seguito servile e rinunciatario
di linee guida. Chi avesse parlato ad uno qualsiasi dei
(veri) luminari citati di IBS, DE, FSD, sarebbe stato preso
a calci nel sedere o afferrato per la collottola e
trascinato all'uscita.
Anche qui il solito, stanco copione. Si considera che molte
persone soffrono di dolori di stomaco, diarrea o problemi di
stipsi, e si rilegano questi sintomi in una nuova patologia.
Una specie di natura morta, avvolta da una nebbia
simbolistica alla De Chirico, dove si mettono insieme
oggetti d'uso domestico, frutti, verdure ed un manichino col
capo reclinato.
Basta trovare una bella cornice, mettere un paio di firme
nell'angolo destro, ed ecco pronta una nuova patologia.
Inquietante (non inedito) lo strumento di lancio dei farmaci
già pronti: un articolo di Lancet, pubblicato a Londra
alcuni mesi prima del varo della nuova Potëmkin. Inutile
frugare sui legami dei redattori dell'articolo e la Glaxo:
«In ambito medico un articolo positivo su The Lancet vale
oro, e pertanto questa fu un'ottima notizia per GSK
(GlaxoSmithKline), l'azienda produttrice del farmaco» (opera
citata, pagina 206).
La febbre dell'oro porta a considerare
che il farmaco (Lotronex) può valere miliardi di dollari, e
quindi occorre tirare fuori dal cilindro il solito peluche
delle statistiche: la IBS colpisce nientemeno che una
persona su cinque, che, in soldoni, significa 45 milioni di
pazienti negli States.
La meraviglia - ci si perdoni l'intromissione - è che,
considerando i milioni di americani che soffrono di acidità,
problemi vescicali, sessuali, psicologici, digestivi,
motori, eccetera, si arriva alla considerazione che su 300
milioni di abitanti ci sono almeno un miliardo e mezzo di
malati. E poi uno non deve credere nei miracoli della
scienza !
L'unica quisquilia è che il farmaco provoca, in non pochi
casi, costipazione acuta e tenace, nonché la cosiddetta
colite ischemica.
Le feci si trasformano in sassi appuntiti
che perforano le pareti dell'intestino, con conseguenti
emorragie e setticemie non di rado letali. Gli incredibili tira-e-molla tra GSK ed alleati cavalieri mascherati,
esponenti comprati della FDA, altri fuori mercato, il solito
rompiscatole del BMJ (British Medical Journal), comitati di
pazienti in realtà manichini Glaxo, li tratteremo più
avanti, quando
parleremo dell'opinabilissima autorevolezza e indipendenza
dell'istituzione governativa americana. Il farmaco viene
sospeso, poi riammesso, poi nuovamente criticato, riassolto...;
una lunga saga, accompagnata da resipiscenze di Lancet, pur
tardive, e dall'entrata in campo, in questa cagnara
accompagnata da morsi e latrati, della Novartis col suo
Zelnorm.
A dimostrare come costipazioni iatrogene, perforazioni
intestinali, emorragie e morti non siano considerate che
bazzecole, la concorrente della GSK giura sull'esistenza
innegabile della IBS, lanciando uno spot: «Fastidi o dolori
addominali? Gonfiori? Stitichezza? E' ora di parlare con il
tuo medico dell'IBS» (pubblicità Novartis del 2002).
E' appena il caso di notare come questo mazzo di sintomi
possano dipendere (e dipendono) da cause estremamente varie
e spesso assai lontane. E' semplicemente inaudito ed
oscurantista (qualche severo censore direbbe criminale)
mettere insieme sintomi che discendono da patologie diverse
o da temporanee disfunzioni e farne una malattia. Si può
trattare di ingrossamento del fegato, colite, abuso di
antibiotici, alterazioni della flora batterica intestinale,
fermentazioni del periodo estivo, virosi intestinali,
abitudini alimentari errate, stili di vita pregiudizievoli,
e via dicendo. Il più delle volte basterebbe mettersi a
dieta, assumere disinfettanti intestinali, fermenti lattici,
farmaci per aiutare la decongestione epatica, vitamine.
Come al solito, prevale la meccanica ed acefala connessione
sintomo-diagnosi, pseudodiagnosi-linea guida, linea
guida-farmaci, farmaci-soldi. E la qualità della vita del
singolo, già compromessa da alimenti carenti di sali,
vitamine o da ritmi di vita errati ed imposti, peggiora,
invece di migliorare, con l'assunzione di farmaci impropri e
magari dannosi, ma che producono utili diretti ed utili
indiretti: questi ultimi quando il malcapitato - come prassi
frequente - sarà costretto ad assumere altri farmaci per
combattere le malattie provocate da quelli consigliatigli.
In un'autogerminazione di irrazionalità e disonestà che a
volte ha fine solo con la morte del sano diventato malato. E
poi dicono che il moto perpetuo non esiste !
Il lettore che ci ha fin qui seguiti pazientemente,
potrebbe, pur continuando a leggere con interesse,
bofonchiare all'indirizzo del redattore di queste righe: «E
va bene, abbiamo capito che si inventano le malattie per
farci soldi. Ma bastava qualche esempio.
Cosa vuoi fare,
un'antologia minuziosa delle malattie inventate?». Caro
lettore, ti preghiamo di continuare a seguirci con pazienza,
perché il bello
(cioè il brutto) deve ancora venire. Nel senso che non
abbiamo affrontato questi argomenti con lo spirito di un
giornalista superficiale, che si frega le mani al pensiero
di sbalordire e meravigliare, magari caricando i termini e
colorando la realtà.
Dietro quanto abbiamo esposto c'è - cosa più importante di
ogni altra
- la salute e la vita nostra e dei nostri cari, certo; ma
c'è il punto chiave, anzi, la chiave stessa che apre un
portone sigillato in ogni modo, spalancato il quale si
presenta devastante, raccapricciante, evidente il DISASTRO
multiforme della nostra epoca.
C'è la dimostrazione indiscutibile dell'asservimento
dell'uomo a clan spuntati rigogliosi, soprattutto negli
ultimi decenni, veri Fleurs du Mal della nostra
contemporaneità; c'è la osannata, propagandata e
surrettiziamente imposta filosofia che ripete con cadenza
ossessiva come slogan i sacri vocaboli libertà e democrazia
per celare il lezzo di una decomposizione morale, ma anche
intellettuale, mai registratasi nella storia dell'umanità.
Una decomposizione che ormai non ha confini, ti entra dalla
porta di casa, ti porta via i figli, ti sottrae la
possibilità di capire e giudicare, trasformandoti da uomo in
ingranaggio, da individuo a numero di serie, da uomo in
animale ad impulsi programmati.
Gli autori che abbiamo citato, ed altri ancora, pur
meritevoli di gratitudine e stima, ci sembra non colgano
l'aspetto di gran lunga più importante di questa disamina:
la base di questo malcostume, la ragione, la vera causa; e
quindi i possibili rimedi.
Qui, in poche parole, non c'è di
mezzo solo la truffa e la menzogna farmaceutica:
paradossalmente, sarebbe il meno. Qui si arriva al ganglio
vitale di tutta la società, specie occidentale o sotto
influenza occidentale, degli ultimi sessant'anni.
L'umanità è realmente oppressa ed espropriata di ogni vera
libertà, speriamo non in modo irreversibile, solo quando è
convinta di vivere in un'epoca di civiltà e progresso. Il
tiranno più oppressivo non è quello che viene identificato
come tale, quello che ha una faccia ed un nome e può essere
detronizzato: il vero despota non ha volto. Non è uno, né è
un direttorio.
L'oppressore del nostro tempo si serve di uomini, ma è una
sigla.
Un sorta di moloch costituito da una ditta, da un'entità
organizzata e non obbligatoriamente individuabile, che da
creatura dell'uomo si trasforma in entità autonoma, prende
vita come
statua che da immobile ed inanimata inizi a battere le
ciglia, respirare, camminare, orrido automa in grado di
schiacciare e divorare chi l'ha forgiata per il
raggiungimento dei propri interessi. Se ci trovi oscuri o
farneticanti, caro lettore, scusaci, ma ti preghiamo di
seguirci ancora. Non è una tattica furbesca per catturare la
tua attenzione, ma solo la volontà di condividere con i
propri simili, fraternamente, quello che non meriti o doti
personali particolari, ma i casi della vita ci hanno
permesso di scorgere. E siamo convinti che questo, per
quanto amaro e sconvolgente, sia stato un privilegio che la
sorte ci ha concesso.
L'importante, nella vita, non è tanto la serenità, ma
capire, sapere, voler capire e sapere: in caso contrario si
consumerebbero inutilmente i propri anni come comparse e
capitoli d'anagrafe, non uomini.
A breve affronteremo temi ancor più sconvolgenti ed
eloquenti: il mondo alienante degli psicofarmaci, i farmaci
block-busters, lo sfruttamento dell'infanzia, i numeri del
business, l'infiltrazione nelle istituzioni di ogni Paese.
Prima di suonare il campanello di casa del Grande Fratello
orwelliano e dalle ragnatele giungere alla tana del ragno.
By Adolfo Di Bella
(medico Oncologo)
Commento NdR: articolo,
ben documentato e soprattutto arricchito da esperienze di
decenni sul campo..ma che si e' dimenticato di parlare dei
Vaccini.....
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Nel
1975 Francesco Della Valle, gestore della Fidia,
piccola azienda farmaceutica di Abano (Padova)
ottiene da Duilio Poggiolini, il corrotto
dirigente del ministero della Sanità (sarà in
seguito condannato, insieme alla moglie
complice), la registrazione di un farmaco spacciato come miracoloso, il
Cronassial.
Non
supererà mai i test scientifici imposti dalla
normativa e si rivelerà, nelle miglior delle
ipotesi, un placebo e, nelle peggiori,
addirittura dannoso.
Della Valle, che ha bisogno di referenti
scientifici per far pubblicità al suo Cronassial, versa 50 milioni di
lire (del 1975, badate bene) a
Rita LeviMontalcini, che perora contributi per la
Fondazione Levi.
Da questo momento i rapporti tra LeviMontalcini
e Fidia si fanno sempre più stretti. "La
scienziata - dichiararono ad "Espansione" i
ricercatori della Fidia -segue le indagini di
laboratorio e ne esamina i risultati",
mentre il materiale promozionale dell'azienda
rimarca il madrinaggio dell'illustre scienziata,
che assurge, nei fatti se non nelle intenzioni,
a capofila dei garanti scientifici della Fidia.
Nel 1986 la LeviMontalcini riceve, insieme a
Stanley Cohen, il Nobel per la scoperta del
fattore di accrescimento delle fibre nervose.
Nel suo discorso di ringraziamento dinanzi alla
stampa mondiale, la donna si rivolge
riconoscente agli amici della Fidia che l'hanno
aiutata nelle ricerche.
Per Fidia e il suo Cronassial è un trionfo. Il
Cronassial, che nei momenti di massima incidenza
sul fatturato arriva all'82%, diventa il farmaco
più venduto in Italia. Il marketing aggressivo
di Della Valle induce i medici a prescriverlo
come cura di tutti i mali.
La Fidia, che nel 1968, all'arrivo di Della
Valle, fatturava 600 milioni, balza a 420
miliardi e si colloca al quarto posto nella
classifica delle industrie farmaceutiche
Nel 1989 Le autorità della Germania mettono in
relazione il Cronassial con una malattia che
paralizza gli arti e uccide un paziente su
dieci: la sindrome di Guillain-Barré.
Il Cronassial è bandito dal mercato tedesco. L'anno
dopo, in Gran Bretagna, gli inglesi
vietano la
vendita del Cronassial, che è ricavato dal cervello di bue. In seguito il farmaco sarà
bandito anche dalla Spagna (per la Guillain-Barré) e in altri mercati, mentre negli
Stati Uniti non otterrà mai
la registrazione.
Inizia il tramonto di Della Valle, che i padroni
della Fidia (misteriosi individui di una società
anonima basata a Mendrisio, in Svizzera)
cacciano.
Della Valle si mette in proprio e fonda una
microazienda, la Lifegroup. LeviMontalcini, che
in tutto questo tempo non ha mai preso le
distanze dai nefasti del Cronassial, dichiara: "L'uscita
di Della Valle dalla Fidia minaccia la
sopravvivenza della ricerca scientifica".
Che invece sopravviverebbe alla Lifegroup, dove
l'anziana premio Nobel dirotta la propria
collaborazione.
Espansione chiese invano a LeviMontalcini un
commento sulle "disgrazie" del Cronassial, nel
frattempo fustigato anche dal British Medical
Journal, una delle più autorevoli riviste
scientifiche internazionali del settore.
Le vendite del Cronassial crollarono del 95%
finché persino l'Italia, nonostante le
resistenze di Poggiolini, fu costretta a metterlo fuori legge. Stampa e comunità
scientifica internazionale spararono a zero
contro "un farmaco
in cerca di patologia", come lo
battezzò Daniele Coen, ricercatore dell'Istituto
Negri di Milano (presieduto da Silvio Garattini).
Furono stigmatizzate le astuzie di
Della Valle, la complicità dei medici
prescrittori e le corruttele al
Ministero della
Sanità italiano.
Nessuno - tranne Espansione - tirò in ballo le
responsabilità di LeviMontalcini....
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Plagio, dati falsificati o del tutto
inventati:
queste e altre discutibili pratiche,
classificate come "frodi scientifiche",
risultano in costante e rapido aumento da
diversi anni negli Stati Uniti (dove sono
disponibili i dati), e ciò apre uno squarcio su
quanto può accadere nella ricerca in tutto il
mondo.
L'Office of Research Integrity (ORI) - l'ente
che da oltre un decennio raccoglie le denunce di
cattiva condotta scientifica in ambito biomedico
negli USA - ha infatti registrato nel 2003 un
incremento del 20 per cento nei nuovi casi
segnalati dalle istituzioni rispetto all'anno
precedente. Un dato rilevante, se si considera
che il numero delle denunce (pari a 105) supera
di oltre il 50 per cento la media di 69
calcolata sugli ultimi dieci anni (dal 1993 al
2003).
L'andamento crescente indicato dall'indagine -
pubblicata nella rivista online dell'ORI
scaricabile dal sito internet:
http://ori.dhhs.gov e riportata da
Science .
Plagi e falsificazioni sarebbero, in realtà,
sempre esistiti nell'ambito della ricerca, come
sostiene Horace Freeland, direttore del Center
of History of Recent Science della George
Washington University e autore del libro appena
pubblicato oltreoceano The Great Betrayal (in
italiano, Il grande tradimento), che traccia
un'analisi impietosa della ricerca scientifica.
Accuse pesanti che, secondo la rivista Nature,
mancherebbero tuttavia di individuare la
principale minaccia per la trasparenza
scientifica dei giorni nostri: "gli inganni
mirati a sfruttare il buon nome della scienza
per inseguire i profitti, come rivelato dai
recenti scandali farmaceutici".
Non è un caso, dunque, che il National Institute
of Health statunitense abbia indetto una
moratoria di un anno, durante il quale qualsiasi
attività di consulenza esterna per le aziende
farmaceutiche e biotecnologiche sarà
categoricamente vietata ai dipendenti. L'ente
nazionale vuole infatti stabilire una serie di
regole che mettano in guardia dai conflitti di
interesse e tutelino l'integrità della ricerca.
Fonti:
Science Dec 2004; 306: 1679
+ Nature Feb 2005; 433: 801-802
Commento NdR: Prendere totalmente
con le pinze tutti gli studi pubblicati sulle
riviste dette "scientifiche", perche' potrebbero
essere falsificati !
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Quello studio su "Lancet" era completamente
inventato: un altro caso fresco-fresco di un
medico al soldo delle case farmaceutiche ?
L'autore è un ricercatore norvegese di fama
internazionale. Era tutto
falso, dai
profili dei pazienti alle conclusioni.
Londra. Un altro falso scuote il mondo della
ricerca scientifica.
Uno studio sul cancro alla bocca pubblicato
nell'ottobre scorso sulla prestigiosa rivista
medica britannica Lancet è risultato
totalmente inventato. Il suo autore, il
dottor Jon Sudboe, ricercatore di fama
internazionale, si è persino preso la briga di
creare ben 900 profili di pazienti: nome, età,
genere, peso, patologie, diagnosi, assunzione di
medicinali. Tutto falso, comprese naturalmente
le conclusioni della ricerca. Lo riferisce il
quotidiano britannico
The Guardian.
Dopo la truffa del ricercatore sudcoreano Hwang
Woo Suk, che aveva annunciato di essere riuscito
a clonare cellule staminali "su misura" per poi
ammettere l'imbroglio, una nuova frode
scientifica è venuta a galla.
Qualche tempo fa, Camilla Stoltenberg si è
ritrovata fra le mani la copia della rivista
sulla quale era pubblicato lo studio del dottor
Sudboe. Leggendo l'articolo, si è accorta che lo
scienziato citava come fonte un database
nazionale norvegese.
Un piccolo particolare: quel database non è
ancora entrato in funzione.
Questa la leggerezza dello scienziato
dell'ospedale Radium di Oslo che ha rivelato il
clamoroso imbroglio: quei 900 pazienti non sono
mai esistiti. E di conseguenza sono falsi anche
i risultati della ricerca sulla relazione tra
antinfiammatori e cancro orale: non esiste
alcuna dimostrazione scientifica che nei
soggetti che assumono medicinali come il
paracetamolo (farmaco analgesico e antipiretico)
sia minore il rischio di sviluppare quel tipo di
tumore. "Nello studio non c'era un solo dato
vero, si è inventato tutto", afferma sconvolto
Stein Vaaler, direttore sanitario del Radium.
"Era uno dei nostri migliori scienziati,
stentiamo a crederci".
L'ospedale intanto ha aperto un'inchiesta, e
un'altra sarà condotta dal Karolinska Institute
di Stoccolma: dovranno analizzare i 38 articoli
che il dottor Sudboe (nel frattempo sparito
dalla circolazione senza rilasciare alcuna
dichiarazione) ha scritto dal 1997, e che
avevano contribuito a renderlo noto e stimato
dalla comunità scientifica internazionale.
By
www.repubblica.it - 16 gennaio 2006
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
La
SCIENZA VIENE MANIPOLATA per
FAVORIRE POLITICA
ed AZIENDE
Attualmente negli Stati Uniti, la scienza non è
più un materia di puro studio. La scienza a cui
oggi viene data un'attenzione primaria è quella
che sostiene gli interessi commerciali. Ciò si
può notare in diversi ambiti, ma in modo
particolare è evidente nel campo medico e
ambientale.
Iniziamo dall'ambiente, perché la censura della scienza ambientale è stata
lampante ed estrema.
Sotto l'amministrazione Bush, viene
sistematicamente detto agli scienziati impiegati
dal governo di non registrare risultati che
indichino l'avanzamento del surriscaldamento del
globo. Gli Stati Uniti sono gli ultimi tra le
nazioni industrializzate ad affermare che
l'emissione di biossido di carbonio, prodotta
dalla civilizzazione umana, non ha il
benché minimo impatto sul clima mondiale. Questa
è una posizione assolutamente ridicola sebbene i
politici americani insistano nel farla propria.
Tali personaggi fanno di tutto per censurare i
dati e le conclusioni di alcuni scienziati che
potrebbero andare contro il risultato da loro
desiderato.
Gli USA sono la sola nazione avanzata che
rifiuta di approvare il trattato di Kyoto e, per
giustificarsi, il governo americano insistite da
molto tempo sul fatto che il riscaldamento
globale non esista affatto. Per fare una tale
affermazione bisogna falsare la scienza, poiché
essa mostra chiaramente che la civilizzazione
umana sta avendo un impatto marcato e rovinoso
sull'ecosistema globale.
La medicina è un altro campo nel quale la
cosiddetta scienza perde ogni somiglianza con la
vera scienza, piuttosto diventa propaganda
progettata per vendere le medicine. I test
tecnici per approvare o meno i medicinali, usati
dalla
Food and Drug Administration (FDA) , sono
condotti quasi interamente dalle stesse case
farmaceutiche produttrici. Queste aziende fanno
di tutto per assumere scienziati disposti a
progettare e a dirigere gli studi in modo da
produrre esattamente dei risultati pilotati. Una
strategia facile da attuare; qualsiasi
ricercatore che si rifiuti di stare al gioco di
questa scienza fraudolenta non si vedrà più
offrire del lavoro o, nei casi peggiori, sarà
licenziato e interdetto dall'industria.
Tale manipolazione dei risultati dei test sulle
medicine è ormai una routine. Le aziende
farmaceutiche sono capaci di confermare
qualsiasi conclusione, per quanto ridicola o
assurda, allungando bustarelle a sufficienza a
chi conduce gli studi. In seguito, possono
scegliere i dati adatti ad essere inviati alla
FDA e assicurarsi che i ricercatori corrotti
siano coinvolti nel gioco in ogni fase.
La
FDA
poi fonda le sue decisioni di approvazione delle
medicine sulla base di queste manipolazioni ad
opera della "scienza-spazzatura".
L'F.D.A.
(USA) ha TENUTO NASCOSTE le PROVE della PERICOLOSITÀ dei
CIBI TRANSGENICI
e di molti Farmaci e Vaccini (vedi la
trasmissione Report -Rai3 del 20704/08)
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Ricerca medica in
pericolo ?
Gli svantaggi della ricerca medica privata
(finanziata anche dallo stato) non sono solo l'
alto costo dei medicinali (giustificabile con l'
alto costo della ricerca) ma anche sopratutto:
-
la scelta delle
terapie e dei temi da ricercare che non
viene più fatta secondo il principio dell'
efficacia del risultato e con il metodo
scientifico -
http://it.wikipedia.org/wiki/Metodo_scientifico
- ma forzatamente secondo un principio
finanziario (investimento /guadagno) a
svantaggio non solo delle malattie rare ma
paradossalmente anche a svantaggio di un
vero progresso nella sconfitta di malattie
comuni come il cancro (quasi una persona su
due contrae il cancro nel corso della sua
vita)
-
l' influsso
degli sponsor sulla formazione dei giovani
medici (allestimento laboratori, scelta
esperimenti, allestimento programma di
studio, redazione libri di testo, stralcio
ed introduzione di nuove lezioni,
postformazione ed aggiornamento continuo
professionale dei medici) a scapito di una
formazione indipendente e scientifica che
sarebbe invece auspicabile per progredire
nella cura e nella ricerca contro il cancro
(e non solo). Vedi (1).
-
la manipolazione
dei protocolli e la falsificazione dei
risultati delle ricerche ufficiali (2)
legittimato dal finanziamento privato sono
controproducenti al progresso scientifico
della medicina.
Siamo di fronte ad una grave
violazione del principio etico fondamentale
dell' indipendenza della medicina con tutti gli
svantaggi per la sanità e la salute che ne
derivano.
Vi e' un Rimedio ?
Sì, la ricerca medica deve tornare ad essere
scientifica e controllata democraticamente ed in
modo trasparente dalle universita' , dai medici
e dagli scienziati e finanziata dal settore
pubblico che si avvale di tasse per la ricerca
sulle multinazionali
farmaceutiche, magari tramite tasse sui
permessi di vendita dei farmaci.
Inchiesta on-line
http://tinyurl.com/64yku
Informatevi !
Ne scoprirete di cotte e di crude:
http://marcorudin.wikispaces.com/leggere+tra+le+righe
Metodo scientifico
vs. ricerca ufficiale
Per eseguire
osservazioni scientifiche che abbiano carattere
di verità universale, è necessario applicare le
seguenti regole:
1) osservare e descrivere un dato fenomeno
2) formulare un'ipotesi che lo possa spiegare
3) prevedere una o più conseguenze dipendenti da
quest'ipotesi
4) verificare in modo sperimentale le
conseguenze
5) concludere (valutare): confermare o confutare
l'ipotesi iniziale
Quando le conseguenze confermano le ipotesi, si
parla di oggettività delle osservazioni e si
costruisce una legge; da un insieme di leggi, si
costruisce una teoria.
vedi:
http://it.wikipedia.org/wiki/Metodo_scientifico
Ora formulare un' ipotesi significa cercare un'
idea, una prova, un sospetto, un risultato
statistico, una diceria, un' informazione
tramandata dai nostri avi, un modo di fare di
culture lontane, una certezza, una scoperta
casuale, o eventualmente il risultato di una
ricerca fatta precedentemente non ancora
validata con il metodo scientifico.
Se si formula un' ipotesi tenendo conto
prevalentemente degli interessi di chi finanzia,
non e' piu' formulare un' ipotesi. E' piuttosto
stralciare a priori quello che potrebbe
rivelarsi assai utile.
Facendo cosi' non si utilizza il metodo
scientifico ma un metodo modificato ad hoc.
La ricerca
ufficiale
non
utilizza piu' il
metodo scientifico.
Tratto da:http://marcorudin.wikispaces.com/ricerca+in+pericolo
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
HAMER
e la LEZIONE di Ignaz SEMMELWEIS
Dicono che il dottor Ryke G. Hamer, autore di una
controversa
teoria sul cancro ed altre malattie, sia una persona non
molto equilibrata dal punto di vista psichico. Lo ha
velatamente ipotizzato anche Umberto Veronesi
(*), il noto
esponente della Casta del Cancro.
Personalmente non so se sia vero. Molti degli atteggiamenti
di Hamer mi sembrano in effetti quantomeno bizzarri. Certe
sue prese di posizione (non mediche, ma politiche) lasciano
davvero il tempo che trovano. Ed in fondo non giurerei sulla
salute mentale di nessuno, tantomeno della mia.
Quello che so e’ che le teorie di Hamer sono estremamente
interessanti, e che si legano a quel filone che parte
proprio nel nostro paese con l'opera di
Luigi Oreste Speciani. Negli anni '60 Speciani fu il
primo ad affermare che alla base del cancro c'e’ un
enorme
sofferenza psicologica. Anzi, dell'Anima, come lui amava
dire. E che non e’ possibile nessuna vera guarigione se non
si affronta questo aspetto, il disperato dolore della
Psike’. Il suo libro "Di Cancro si vive" fu una vera
rivelazione per molti.
Ora Speciani era un grandissimo anatomo-patologo, molto
stimato dai suoi colleghi e perfettamente inserito
nell'ambito universitario del suo tempo. Insomma, non era
certo un esponente della famigerata corrente new-age.
Oggi, a più di trent'anni dalla sua scomparsa, i suoi
allievi della Scuola di Medicina Integrata lavorano
silenziosamente nell'ombra, senza cercare la luce dei
riflettori, preferendo curare e guarire piuttosto che
richiedere l'approvazione della "Scienza Ufficiale".
Hamer invece ha avuto la grande colpa di essersi schierato
apertamente, di essersi messo contro il grande business
della "Ricerca sul Cancro". E lo ha fatto spesso con
i suoi modi, eccessivi, bizzarri, e forse un po' folli.
Per questo mi ricorda molto il povero
Ignaz Semmelweis che, nonostante la sua geniale
scoperta, morì pazzo e screditato dalla "Scienza" del suo
tempo.
Vediamo la sua storia, come riportata su:
http://www.ildiogene.it/
: "Medico ungherese, Semmelweis e’ considerato lo
scopritore della principale causa della febbre puerperale, e
rappresenta un caso emblematico della chiusura del mondo
scientifico di fronte alle nuove scoperte.
La febbre puerperale, ai tempi di Semmelweiss, uccideva
misteriosamente migliaia di puerpere, soprattutto nei grandi
ospedali. Semmelweiss, in seguito ad attente osservazioni e
a una serie di coincidenze fortuite, giunse alla conclusione
che la malattia fosse provocata dagli stessi medici e
studenti i quali, secondo una prassi abbastanza comune a
quel tempo, venivano spesso a visitare le pazienti dopo aver
fatto pratica di dissezione dei cadaveri, in sala anatomia.
Per verificare la sua ipotesi, Semmelweiss ordino’ che tutte
le persone del suo reparto si lavassero bene le mani con una
soluzione disinfettante (cloruro di calcio) prima di
qualsiasi contatto con le pazienti.
Tale direttiva porto’ a una drastica riduzione dei decessi.
Il valore della scoperta (così semplice e geniale,
n.d.r.), tuttavia, fu contestato aspramente dalla
maggioranza dei medici del tempo, che gli rivolsero una tale
quantita’ di accuse da provocare addirittura la sua
espulsione dall'ospedale e in seguito anche dalla cattedra
universitaria di Budapest, che gli era stata offerta nel
1885."
Per dirla tutta, sembra che il carattere fumantino, un po'
bizzarro e non perfettamente ligio alle regole di Semmelweis
contribuì non poco alla sua emarginazione. In ogni caso :
"i dati che Semmelweiss forniva a sostegno della propria
tesi erano molto eloquenti: nell'anno 1846, su 4.010
puerpere ricoverate nel suo reparto, ne erano morte ben 459
(più dell'11%); nel 1847, con l'adozione del lavaggio delle
mani con cloruro di calcio verso la meta’ dell'anno, su
3.490 pazienti ricoverate, ne erano morte 176 (il 5%);
l'anno successivo proseguendo la pratica del lavaggio, su
3.556 ricoveri, i decessi erano scesi ad appena 45 (poco più
dell'1%). Questi risultati, anche se forse lasciavano ancora
un piccolo margine di dubbio (poteva trattarsi di una
semplice coincidenza) avrebbero dovuto almeno suscitare
qualche interesse in coloro che avevano a cuore il progresso
della medicina, così da spingere a nuove sperimentazioni per
sottoporre a verifica l'ipotesi. Invece, essi vennero
praticamente ignorati." (1)
"Dopo la pubblicazione della sua opera fondamentale
Eziologia, concetto e profilassi della febbre puerperale,
l'opposizione nei confronti di Semmelweiss divenne ancor più
agguerrita, tanto che egli, stanco e deluso, cadde in un
lungo periodo di depressione.
I suoi nemici ne approfittarono allora per farlo
internare in un manicomio, dove poco dopo egli morì". (2)
Migliaia di partorienti continuarono a morire, finche’ alla
lunga la teoria di Semmelweis non venne accettata. Ma questo
fu possibile solo quando la generazione dei suoi
contemporanei scomparve e venne sostituita da una
generazione di giovani medici dalla mente aperta in grado
superare i pregiudizi e le cristallizzazioni mentali dei
vecchi baroni.
Come infatti ha spiegato acutamente
Thomas Kuhn (3), nessuna teoria nuova e rivoluzionaria,
per quanto geniale e ricca di prove, puo’ essere accettata
dall'establishment scientifico. Produce piuttosto una
situazione di crisi, in cui la comunita’ cerca di negare o
ridimensionare il fenomeno anomalo.
La nuova teoria viene accettata solo quando una nuova
generazione di ricercatori, adottando un nuovo "paradigma",
riesce a superare gli schemi mentali della generazione
precedente.
Oggi i vecchi baroni continuano a difendere chemioterapia,
radioterapia e tutta quella devastante ed invasiva pratica
"terapeutica", peraltro molto redditizia, anche perche’ non
possono mutare il loro "paradigma", con il quale hanno
costruito la loro carriera e le loro conoscenze. Sarebbero
costretti ad uno sforzo psicologico e mentale al di fuori
della loro portata.
Di conseguenza tutte le teorie alternative sul cancro (Di
Bella, Hamer, Kremer, Simoncini, ecc.) potranno essere
seriamente prese in esame dall'establishment scientifico
solo quando questa classe dominante scomparira’ per
vecchiaia.
Sta ad ognuno di noi decidere se aspettare (la maggior parte
dei baroni e’ oltre i settanta) o se infischiarsene ed
iniziare a pensare in maniera nuova da subito.
(1) Oggi, seguendo la logica dei detrattori di Hamer, si
potrebbe sostenere che Semmelweis, con la sua prassi, fece
morire più di 220 pazienti in 2 anni.
(2) Tutto il corsivo virgolettato e’ tratto da:
http://www.ildiogene.it/EncyPages/Ency=Semmelweis.html
(3) "La Struttura delle Rivoluzioni Scientifiche", Thomas
Kuhn
Tratto
da:
http://pensierolaterale.blog.com/2298282/
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
(*) -
Affari all’Italiana:
Quando
Beppe Grillo tuono’
a tutto fiato contro
Veronesi (Istituto Europeo
Oncologia = dei Tumori)
chiamandolo “Cancronesi”, un motivo c’era, e leggendo qui e
li, un dubbio ci e’ venuto.
Grillo riferiva che Veronesi, per l’occasione divenuto Cancronesi, avesse delle super-interessate
azioni
nella Impregilo spa (costruttore
anche di
inceneritori=termovalorizzatori)
dove le quote dell’azionista di controllo sono in
Benetton,
Ligresti. Quest’ultimo
e’ un personaggio, siciliano, venuto nella fine degli anni
60 a Milano, dopo una vita passata anche un po’
al fresco; a Milano si dedica agli affari. Oggi e’
anche proprietario di una catena di Hotels, della quale uno
grossissimo a mo di “pensione” guarda caso in “convenzione”
con l’Istituto Europeo di Oncologia, del quale, direttore
scientifico e fondatore e’ proprio Veronesi., a tutti i malati del Istituto Europeo
di Oncologia di Milano, “consigliano” il soggiorno li….in quell’Hotel....
Vi e’ un gruppo finanziario economicamente fortissimo, che
controlla i media, che ha interessi mostruosi nello
smaltimento e nel business dei rifiuti, situazione
decisamente voluta e gestita con anni di
incuria per arrivare alla situazione attuale
(2008), e coronarla
magari con l’intervento dei militari sul territorio.
Comunque la cosa che ci ha stupito di piu’ e’ che, Cancronesi, abbia
approfittato dei media, ed in TV abbia riferito che gli
inceneritori non fanno male
alla salute (soprattutto quelli Impregilo….?), mentre
ormai e’ dominio della comunita’ scientifica internazionale
anche il legame tra
cancro e
inquinamento ambientale.
La
Fondazione Umberto Veronesi ha come partner sponsor
anche le seguenti
Multinazionali:
-
ACEA - multiutility con inceneritori
-
ENEL - centrali a carbone ed olii pesanti e nucleare
-
VEOLIA Environment - costruzione inceneritori.
Molti medici non sono d'accordo con
lui e non solo in Italia - Il "Conseil
Nationale de l'Ordre des medicins" francese e i
principali sindacati dei medici di medicina generale
francesi "praticiens" hanno richiesto "una
moratoria concernente la
costruzione di nuovi inceneritori".
L'incenerimento produce centinaia di sostanze tossiche che
si liberano nell'atmosfera (articolo
da Le Monde).
Medici e associazioni
italiane hanno scritto una lettera aperta al
Commissario Europeo Dimas:
"Egregio Commissario Dimas,
siamo cittadini italiani e siamo costernati per quanto sta
capitando nel nostro paese, ormai diventato lo zimbello del
mondo per la vicenda dei rifiuti in Campania. Oltre 14 anni
di gestione in regime di emergenza non hanno risolto
assolutamente nulla, anzi hanno aggravato sempre più un
problema che non ha assolutamente nulla di “emergenziale”
perché in tutti i paesi del mondo si producono rifiuti.
Le direttive dell’UE forniscono
una chiara gerarchia dei trattamenti per il loro
smaltimento: riduzione, riciclo, riuso, e solo per la quota
residua recupero energetico e non solo tramite
incenerimento. Purtroppo la crisi napoletana appare del
tutto strumentale al fare passare nel nostro paese
l’incenerimento come metodo privilegiato per la soluzione
del “problema rifiuti”, ribaltando completamente ciò che la
stessa UE suggerisce. In Italia non sono messe in atto, se
non in singole virtuose realtà grazie ad amministratori
responsabili , quei metodi di raccolta (door to door) che
responsabilizzano i cittadini e che possono garantire una
buona qualità del prodotto differenziato ed il loro
effettivo recupero.
L’incenerimento continua ad
essere incentivato, solo nel nostro paese, come fonte di
energia rinnovabile, nonostante il minimo rendimento
energetico di questi impianti (che sono per la maggior parte
impianti di rifiuti tal quali), i gravi danni all’ ambiente
e all’ economia che anche di recente si sono registrati(
latte contaminato oltre il consentito da diossine a Brescia,
territorio già gravemente inquinato, ove funziona il più
grande inceneritore d’ Italia) e nonostante il fatto che il
kilowattora ottenuto bruciando rifiuti, sia quello gravato
dalla massima emissione di CO2.
Numerosissimi sono gli studi che
hanno evidenziato danni alla salute sulle popolazioni
esposte, danni che nessuno può escludere
anche con i “nuovi” impianti (NdR: neppure Veronesi) e che
hanno indotto migliaia e migliaia di medici, di cittadini,
di intellettuali, di associazioni ambientaliste a prendere
posizioni anche con esposti e denunce alla Magistratura,
affinché venga semplicemente fatto ciò che in tutto il mondo
civile si fa, mettendo al primo posto la salvaguardia dell’
ambiente per la tutela nostra e di chi verrà dopo di noi.
Commissario Dimas, La
supplichiamo, ci ascolti, faccia tutto quanto è in suo
potere affinché si scongiuri questo ennesimo disastro,
affinché si facciano scelte che guardano avanti e non
indietro, all’ età del fuoco."
Firmato, tra gli altri, da:
Prof. Angelo Gino Levis - genetista,
Dr.Patrizia Gentilini - oncologo,
Prof. Gianni Tamino - biologo,
Dr. Giovanni Ghirga - pediatra e potavoce dei Medici per l’
Ambiente e la Salute Alto Lazio,
Dr. Luigi Carpentiero - Medico del Lavoro,
Dr. Stefano Montanari – Direttore Scientifico Laboratorio
nanodiagnostics
Fonte in parte da:
http://www.beppegrillo.it/2008/02/cancronesi/index.html?s=n2008-02-04'%20class=%22Stile13%22%20target=%22_blank%22%20%3E[continua]%3C/a%3E%3Cp%20/%3E%3Cdiv%20align=%22right%22%3E%3Ca%20href=
Che le
“masse” della popolazione fossero femmine e’ amassero
essere “fottute” dipende dai punti di vista, ma, una cosa
certa e’ che, mai come adesso, cordate di capitani
coraggiosi senza capitale o con il capitale dei poveri
cittadini, continuano a fare il loro sporco gioco, ai danni
della salute collettiva.
Impregilo spa: Buora in
Cda
non si attende cariche operative -
Il Sole 24, Ore Radiocor - Milano, 07 Mag. 2008:
Carlo Buora ha fatto il suo ingresso come consigliere nel
Cda (Consiglio di Amministrazione) di Impresilo spa, proposto dalla lista dell'azionista di
controllo
Igli (Gavio, Benetton, Ligresti), con la nomina da
parte dell'assemblea degli azionisti. A chi gli chiedeva se
si attende l'attribuzione di cariche operative, l'ex
vicepresidente di Telecom Italia ha replicato:
"Assolutamente no, ho gia' dato.
Ho sessantadue anni – ha
aggiunto - e sono in pensione". Quanto alle critiche sulla
sua maxi-retribuzione in Telecom, Buora ha affermato di
essere del tutto indifferente: "Non mi interessa".
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Poteri economici
in campo, senza considerare la salute
!
Quando tra le pagine della rivista di diffusione medica più
letta in Italia compaiono in forte evidenza articoli contro
la soia di taglio estremamente
generico, e privi di novità particolari sul tema, l'unico
pensiero giornalistico che si può fare è che ci sia
l'intenzione di "seminare zizzania" cioè di fornire notizie
che riducano la sensazione di sicurezza sulla soia e possano
modificare le abitudini alimentari della popolazione.
Infatti l'articolo riporta solo generici avvertimenti, ma
ben posizionati sotto un titolo che cita "rischio estrogeni
verdi"; in contemporanea con questo articolo un altro, dello
stesso tenore e della stessa evidenza,
compare sul settimanale L'Espresso.
Ritengo che ci si trovi in un momento in cui il crescente
successo della soia, una alternativa importante alla
utilizzazione del latte e dei
prodotti lattiero caseari, stia determinando reazioni
commerciali sia nel mondo della produzione lattiero
casearia, sia nel mondo della farmacologia: la soia infatti
riesce anche da sola a riportare a valori di norma il
colesterolo plasmatico nella maggior parte dei soggetti,
disturbando quindi il fiorente mercato delle statine.
E se non bastasse la soia contribuisce alla regolazione
menopausale e comunque del ciclo ormonale anche nel periodo
fertile.
Anche questo
disturba il crescente mercato degli ormoni per il
trattamento dei disturbi ginecologici.
Basta leggere quanto di recente accaduto con la Cimicifuga,
sospesa dal commercio solo in Italia grazie all'intervento
di un ente europeo
EMEA,
finanziato al 75% dalle
Case Farmaceutiche.
Restiamo coi piedi per terra: impariamo a leggere le notizie
con senso critico, cercando di capire se ci possono essere
interessi diversi da quello scientifico che fanno dare ad
una notizia un particolare rilievo.
E nella nostra alimentazione usiamo la soia e i suoi
derivati serenamente, lasciando spazio non sistematico anche
all'uso dei prodotti caseari che fanno parte della nostra
cultura, ricordando però che le notizie riportate nel menu’
di destra, al link :
http://www.eurosalus.com/notizie/ultime/sdegno-e-rabbia-per-la-sospensione-dal-commercio-della-cimicifuga-interesse-per-la-salute-o-semplic.htm
sono frutto di studi scientifici seri e recenti, che poche
riviste di diffusione hanno avuto il coraggio di riportare.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Studio per
tentare di screditare l’utilizzo della
Vitamina D
nella prevenzione del
Cancro alla
Prostata.
Il 27 aggio 2008, il Journal of the National
Cancer Institute ha pubblicato una analisi
della popolazione sulla correlazione tra il
rischio di cancro alla prostata e il livello
serico di 25-idrossi
vitamina D in persone anziane.
I risultati dello studio hanno portato gli
autori a concludere che la vitamina D non
diminuisca il rischio di cancro alla prostata e,
inoltre, che maggiori livelli di 25-idrossi
vitamina D nella circolazione possano essere
associati ad un aumento del rischio di forme più
aggressive di
cancro prostatico.
Dati i sorprendenti
risultati dello studio, ed il fatto
che altri studi
mostrino che livelli elevati della forma attiva
della vitamina D hanno forti effetti anti-cancro
inibendo nel contempo la crescita e la
diffusione delle cellule di questo cancro, il
team scientifico della Life Extension ha
eseguito un accurato esame dello studio in
questione.
In questa confutazione, Life Extension
esamina con meticolosità i numerosi vizi
presenti in questo studio finanziato tramite
fondi governativi. Per coloro che non vogliano
leggere questi dettagli tecnici, riportiamo di
seguito tutto quello che devono sapere le
persone che prendano integrazione di vitamina D:
Nello studio, solo il 6.3% degli uomini
diagnosticati di cancro alla prostata stavano
assumendo almeno 1.000 IU di vitamina D
quotidiana dal cibo (solo 49 uomini sul totale
di 781 diagnosticati). Inoltre, i livelli
sanguigni di vitamina D nei soggetti dello
studio erano globalmente talmente bassi da
rendere verosimile che la maggior parte dei
soggetti non assumesse nessun tipo di vitamina D
integrativa.
Pertanto, i risultati di questo studio non hanno
nessun rilievo per uomini che stiano assumendo
le quantità di vitamina D raccomandate per
l'ottenimento di livelli sanguigni ottimali.
Dai sintetici titoli apparsi nei media sembrava
che questo studio mostrasse che non ha senso
assumere integrazioni di vitamina D, quello che
succede in realtà è che i soggetti dello studio
non stavano proprio assumendo nessuna
integrazione di vitamina D.
Come potete leggere, sono presenti numerosi
altri vizi che rendono i risultati dello studio
completamente senza significato. Stante la sua
pubblicazione in una rivista finanziata dal
governo, questo studio dissuaderà molti anziani
Americani dal prendere vitamina D, il che è una
gran notizia per le compagnie farmaceutiche che
vendono medicinali per curare le molteplici
malattie degenerative provocate da una
deficienza di vitamina D.
Link alla pagina originale contenete l'articolo
completo:
http://www.lef.org/featured-articles/Vitamin-D-Prostate-Cancer-Risk-Study.htm?source=eNewsLetter2008Wk23-1&key=Archive&l=0#article
BIBLIOGRAFIA:
Ahn J, Peters U, Albanes D, Purdue MP, Abnet CC,
Chatterjee N, Horst RL,Hollis BW, Huang WY,
Shikany JM, Hayes RB; For the Prostate, Lung,
Colorectal, and Ovarian Cancer Screening Trial
Project Team. Serum Vitamin D Concentration and
Prostate Cancer Risk: A Nested Case-Control
Study. J Natl Cancer Inst. 2008 May 27.
Skowronski RJ , Peehl DM , Feldman D . Vitamin D
and prostate cancer: 1,25 dihydroxyvitamin D3
receptors and actions in human prostate cancer
cell lines . Endocrinology . 1993 ; 132 ( 5 ):
1952 - 1960.
Peehl DM , Skowronski RJ , Leung GK , Wong ST ,
Stamey TA , Feldman D .
Antiproliferative effects of
1,25-dihydroxyvitamin D3 on primary cultures of
human prostatic cells . Cancer Res. 1994 ; 54 (
3 ): 805 - 810.
Oades GM , Dredge K , Kirby RS , Colston KW .
Vitamin D receptor dependent antitumour effects
of 1,25-dihydroxyvitamin D3 and two synthetic
analogues in three in vivo models of prostate
cancer . BJU Int .2002 ; 90 ( 6 ): 607 - 616 .
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Che il chiarissimo Prof.
Garattini è asservito alle
multinazionali e
farmaceutiche è cosa nota,
dal momento che non ha alzato un dito
contro l'Aulin
che ha causato più vittime della
mucca
pazza...o dello scoop del secolo
dell'aviaria....pensiamo
anche alle MIRACOLOSE STATINE CONTRO il
COLESTEROLO, così caldeggiate dai guru
scientifici nazionali che intascano
miliardi dalle
multinazionali e milioni per le
comparsate televisive.
Non contiamo poi i risultati scientifici
dei trattamenti chemioterapici,
radioterapici, etc... se sopravvivono
il 20 % dei malati di tumore è un
miracolo, parliamo anche della tanto
acclamata terapia con interferone per
l'epatite C, con risultati a breve
termine che non superano il 30%
(abbassamento della carica virale o
scomparsa del virus HCV) con effetti
collaterali sul tono dell'umore ed a
lungo termine sul sistema immunitario
dei pazienti..... Ah... ma di questo
non parla l'eminente Prof. Garattini.
La scienza è sperimentazione, anche ad
Edison scoppiarono in mano varie ampolle
di vetro prima di assicurarci a tutti la
comodità di una lampadina elettrica.
Anch'egli apparve alquanto bizzarro per
i suoi contemporanei che ancora
concepivano le torce e le candele come
uniche fonti di illuminazione ...
Le gogne mediatiche senza confrontare
report clinici sono tipiche di questo
povero nostro paese colluso tra mafia e
politica, di qualsiasi colore
opportunisticamente si vesta.
Non parlo per sentito dire, essendo io
stessa portatrice del virus HCV
gentilmente trasmessomi verosimilmente
durante un intervento chirurgico.
Personalmente sperimento su me stessa
l'alimento biodinamico in questione, e
mentre vari amici sono già trapiantati,
o sono cirrotici anche dopo terapie
interferoniche ripetute per anni godo, a
Dio piacendo, di ottima salute sia
fisica che mentale.
25.3.2008 -“La decisione della
Corea del Sud di mettere al bando la mozzarella di bufala
per il timore della contaminazione della diossina è saggia e
logica e credo che l’Italia debba fare i giusti controlli
per vedere se è ancora il caso di mettere questo alimento a
disposizione della gente”. Lo dice il professor Silvio
Garattini direttore dell’Istituto di ricerche
farmacologiche Mario Negri, dopo la decisione del paese
asiatico di bloccare l’importazione di mozzarelle di bufale
campane. Garattini annuncia che il suo istituto effettuerà
dei test per verificare l’eventuale contaminazione delle
mozzarelle.“La diossina è una sostanza inquinante
cancerogena che si deposita nei grassi - spiega ancora
Garattini - per questo motivo una volta assunta
dall’organismo è difficilissimo eliminarla perchè non è
idrosolubile. La presenza di diossina riscontrata nel latte
e nella mozzarella proveniente da alcuni allevamenti campani
probabilmente è legata ai tanti roghi di immondizia che da
settimane si susseguono nella Regione, ad opera dei
cittadini esasperati dalla situazione di emergenza rifiuti”.
“La diossina si deposita
sull’erba e, quindi, viene assunta dalle mucche per via
orale. Una volta entrata in circolo – continua il professore
- si deposita nel tessuto adiposo e viene eliminata nel
latte. Questa sostanza infatti si deposita proprio nei
grassi di cui è ricco il latte. E quindi nei prodotti
derivati quali la mozzarella”. Per Garattini non bisogna
rischiare: “prima si facciano i controlli e poi,
eventualmente, si dia il via libera alla vendita di
mozzarella di bufala e degli altri derivati a rischio”.
Veramente sull'eminentissimo
Prof. Garattini ho delle grosse riserve, dal momento che
non ha mai alzato la sua autorevole voce contro l'Aulin,
ritirato dal commercio già in alcuni paesi per epatopatie gravi e fulminanti, come non ho mai sentito la sua
illustrissima dottrina elencare le statine come farmaci
fortemente sospettate di provocare gravi cardiopatie.
nemmeno ho udito parlare di truffa riguardo la terapia ad
interferone ed adesso associata a retrovirali, per i
pazienti affetti da HCV (ovvero dal virus che provoca
l'epatite C, verosimilmente trasmesso alla maggioranza della
popolazione infettata nelle strutture sanitarie, dopo
interventi chirurgici).
Tale terapia nel breve - medio periodo porta in alcuni casi
(a seconda del genoma del virus) ad un abbassamento della
carica virale, ma nel lungo periodo si stanno evidenziando
nei pazienti sottoposti a tale terapia recidive e disordini
del sistema immunitario. In ogni caso l'interferone non cura
tutte le persone affette da HCV anche se sino ad oggi in
associazione con antivirali è la terapia anche se viene
caldamente consigliata a livello medico . Che dire poi dei
vaccini
contro il virus dell'influenza, espressamente consigliati
per le persone anziane o affette da patologie croniche, che
costano allo Stato milioni di euro ogni anno, e della cui
efficacia non c'è la minima ricerca per validarli
scientificamente. Sappiamo che un farmaco viene immesso sul
mercato quando dopo in media 5 anni di sperimentazione ha
dato sull'uomo il 30% di risultati favorevoli ? E negli
altri 70% dei casi in cui il principio attivo non ha
funzionato ?
La sanità è un business che
muove miliardi di euro all'anno, pensate che le anime belle
come quella dell'eminentissimo Prof, Garattini siano immuni
dai richiami delle sirene ?
Perchè sulle metodiche cosiddette alternative non ci sono i
soldi per una seria sperimentazione clinica ?
Perchè non
rende, perchè la prevenzione non fa malati e quindi
consumatori di farmaci. Mi dispiace che di queste cose se ne
parli con metodi e modi beceri e poco accademici. Allora se
invochiamo le forche mediatiche per un alimento biodinamico
cosa dovrei chiedere io affetta da epatite C dopo un
intervento chirurgico, mi è andata bene che non mi abbiano
trasmesso l'AIDS con il sangue infetto, acquistato
dall'esimio Dott. De Lorenzo al tempo Ministro della Salute.
Con me gli affari sono andati male perchè non prenderò nè
interferone nè retrovirali , ma un po' di sciroppo allo
zucchero mi addolcirà la bocca, resa amara da troppo tempo
da scienziati nominati sul campo direttamente dalle
multinazionali farmaceutiche. Grazie della cortese
attenzione
By Umberta Torti
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Importante:
….pur segnalando in questo Portale
Guida alla Salute Naturale le gravi anomalie (anche criminali)
della Sanita’ Mondiale gestita dalle
Lobbies farmaceutiche e dei
loro “agenti-rappresentanti”
inseriti a tutti i livelli, Politici e Sanitari nel
Mondo intero, vogliamo anche ricordare e spendere per
Giustizia delle parole per gratificare e
ringraziare quei centinaia di migliaia di
medici (quelli in buona
fede) che, malgrado le interferenze degli interessi
di quelle Lobbies,
incessantemente si prodigano ogni giorno aiutare i
malati che a loro si rivolgono e che con i progressi
delle apparecchiature tecnologiche per la diagnostica
e delle tecniche interventive, stanno facendo
notevoli progressi e raggiungono per essi risultati ed
effetti benefici, che fino a qualche anno fa erano
impensabili.
Vediamo ogni
giorno progressi in tal senso, ma la terapeutica
indicata dalla direzione della Sanita’ ufficiale
Mondiale = OMS (che e' legata alle
linee guida di dette Lobbies),
non segue, salvo rari casi, quella curva progressiva di
benessere per i malati.
Se questi bravi medici che
operano giornalmente sul campo, conoscessero anche la
Medicina Naturale,
potrebbero migliorare e di molto le loro tecniche
terapeutiche, con grande beneficio per tutti i malati
HOME
|